Reggio Emilia, ai funerali di Giuseppe Pedrazzini anche la moglie (indagata per omicidio)

Gelo tra la vedova Marta Ghilardini e gli altri parenti dell'uomo trovato morto nel pozzo a Toano. Per la Procura il 77enne sarebbe stato ammazzato

Toano (Reggio Emilia), 26 maggio 2022 – In un’atmosfera surreale si sono tenuti stamattina a Toano i funerali (foto) di Giuseppe Pedrazzini, il 77enne trovato morto nel pozzo dietro alla sua abitazione di Cerrè Marabino, l’11 maggio scorso e che secondo la Procura sarebbe stato ammazzato.

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Alle esequie era presente la vedova Marta Ghilardini, indagata per il presunto omicidio e accusata assieme alla figlia Silvia e al genero Riccardo Guida (entrambi invece assenti) anche di soppressione di cadavere, sequestro di persona e truffa ai danni dello Stato per aver – secondo gli inquirenti – continuato a percepire la pensione della vittima anche dopo il decesso.

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La moglie non ha mai incrociato neppure lo sguardo con gli altri familiari (fratelli, sorelle e nipoti di Pedrazzini), dietro di lei di due banchi in chiesa dove un centinaio di compaesani ha dato l’ultimo saluto a Giuseppe descritto da tutti come “una persona buona e sempre sorridente”.

“Bisogna fare silenzio quando un nostro caro muore e riflettere. Si chiacchiera troppo”, si è limitato a dire don Alpino Gigli, uno dei parroci celebranti, in riferimento alla clamorosa vicenda di cronaca. Al termine della tumulazione al cimitero, la nipote Valentina Pedrazzini ha rilasciato alcune dichiarazioni. “Non stiamo accusando nessuno – ha detto – Ma non sappiamo cosa sia successo e lo vorremmo sapere. La morte di per sé è già drammatica, ma è ancor più straziante senza un perché. Meritiamo delle risposte. Ci auguriamo che loro (i tre indagati, ndr), non abbiano fatto nulla, ne saremmo felici e sollevati. Abbiamo fiducia nella magistratura”.

I tre indagati devono comunque ottemperare all’obbligo di dimora con firma, misura restrittiva personale su decisione del giudice Dario De Luca che li ha scarcerati per assenza di indizi di colpevolezza, quattro giorni dopo la messa in stato di fermo da parte dei carabinieri i quali stanno comunque continuando a indagare coordinati dal sostituto procuratore Piera Cristina Giannusa.