FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Gli infermieri contro la Regione: "La riorganizzazione non va"

Emergenza-urgenza, bersaglio delle critiche di Nursind e Fials è l’assessore Corsini "In sessantamila senza automedica. I nuovi Cau? Costringeranno la gente all’autodiagnosi".

"Una riforma cieca e autoreferenziale, che non ha tenuto conto delle esigenze e delle competenze degli infermieri, esclusi dal processo decisionale e dalla programmazione delle attività. Un grave mancanza di rispetto e di valorizzazione per una categoria professionale che è stata definita eroica durante la pandemia, ma che ora viene dimenticata e penalizzata".

Nursind e Fials puntano l’indice contro l’assessore regionale Donini dopo il recente incontro al Buco Magico sulla riorganizzazione dell’emergenza-urgenza: "È stata una farsa, senza alcun confronto e margine di intervenire come sindacati".

Le due sigle chiedono di rivedere la riforma coinvolgendo attivamente gli infermieri "per garantire un’assistenza sanitaria efficace, efficiente e di qualità ai cittadini". Ed aggiungono: "Sarebbe interessante capire sia stato il contributo di Cgil, Cisl e Uil al tavolo regionale mentre si tagliavano i servizi chiamandola riorganizzazione".

Molte scelte non convincono Nursind e Fials "dal trasferimento dell’auto medica dal distretto di Montecchio a Traversetolo, che lascerebbe scoperto un territorio di 60mila abitanti, raggiungibili in tempi più che duplicati. Dicono di voler alleggerire i Pronto soccorso con l’apertura dei Cau, ma non potenziano il territorio con la figura degli infermieri di famiglia e comunità (ifec) che con la loro attività capillare potrebbero evitare non solo gli accessi in Ps ma persino i ricoveri. Il servizio di emergenza non è una catena di montaggio". Inoltre i Cau assegnano "al cittadino la responsabilità dell’autodiagnosi… Vorremmo capire il costo dell’operazione, come intendono coprire il personale necessario a mantenere aperto il servizio (visto che a malapena riescono a coprire i turni esistenti), le tempistiche e la sostenibilità a lungo termine".

Viene poi chiesto conto a Donini di "come egli abbia fatto un uso scellerato delle risorse… I medici gettonisti, in barba ai colleghi con i quali lavorano, possono vantare stipendi da nababbi e vanno a gravare sul debito di una Regione schiacciata dal peso di chi, con le proprie politiche, non ha saputo far altro che favorire la fuga di medici e infermieri dalle strutture pubbliche… in cui si lavora a ritmi inumani con stipendi tra i più bassi in Europa".