Gli insulti minano la nostra salute mentale

Migration

Michael

Kyereme *

Ho 25 anni e vivo a Correggio da 14 anni. Sono di origine ghanese e cittadino italiano e sono atleta della Self Atletica Montanari & Gruzza. Per prima cosa vi ringrazio per l’opportunità dello spazio concesso su una tematica così delicata e purtroppo ancora attuale. Divido il mio tempo fra attività lavorativa presso un corriere di spedizioni e allenamenti al campo di atletica. Ho la fortuna di essere molto dotato e quindi di partecipare a gare importanti. Per me lo sport è un mezzo di soddisfazione personale notevole, ma soprattutto un modo per inserirmi appieno nella comunità ove oggi vivo. Infatti, ho trovato nell’atletica leggera un ambiente che dedica attenzione a tutti coloro che si impegnano, indipendentemente dalla qualità del risultato. Per questo motivo gli episodi di discriminazione mi disturbano se possibile ancora di più. Vorrei quindi dare la mia massima solidarietà a Egonu e Dosso per quello che hanno subito, perché non è accettabile continuare a subire insulti e discriminazioni basate sul colore della propria pelle e per le proprie origini ancora al giorno d’oggi. Purtroppo questi sono attacchi che, anche se non vissuti di persona, si sentono indirettamente. Queste situazioni hanno effetti negativi sia sulla salute mentale degli atleti che sulla vita privata e nell’ambito sportivo. Rischiano di vanificare parte dei benefici che lo sport ci regala. Concludo dicendo che anch’io sono d’accordo con la posizione di Zaynab Dosso, poiché credo che denunciare il razzismo e tutte le forme di discriminazione sia non solo importante ma fondamentale.

(*) Velocista

Self Atletica