Gli stacca la cassetta postale Lite tra vicini finisce in aula

San Maurizio, i rapporti si deteriorano fino ad arrivare in tribunale. Fallisce un tentativo di conciliazione: la risposta è molto esplicita.

Gli stacca la cassetta postale  Lite tra vicini finisce in aula

Gli stacca la cassetta postale Lite tra vicini finisce in aula

Un uomo vendette a un altro una porzione della propria abitazione, ma dopo un periodo di tranquillità cominciarono i problemi con l’acquirente.

Sorsero infatti quelle incomprensioni che talvolta, anche per questioni di poco conto, diventano muri insormontabili tra dirimpettai.

È avvenuto anche in questo caso.

I due avevano concordato di installare una cassetta della posta sul muretto in condivisione, nella casa che si trova nel quartiere San Maurizio.

Ma quando i rapporti sono peggiorati, l’uomo che aveva comprato l’abitazione ha tagliato il palo su cui era appoggiata la cassetta e poi l’ha buttata nel cortile dell’altro.

Quando il vicino se l’è ritrovata sul selciato, ha avvisato la polizia di Stato e ha sporto una querela.

Nel processo un 43enne è chiamato a rispondere di danneggiamento, in relazione a furto, aggravato dall’averlo commesso su un bene esposto per necessità al pubblico servizio.

Davanti al giudice Maria La Nave, l’imputato ha confessato la responsabilità per quella condotta, datata 15 ottobre 2015, parlando di rapporti di cattivo vicinato: "Non andavamo più d’accordo".

Ma, a margine del fatto al centro del processo è emersa un’altra circostanza, non contestata ma che ha contribuito a far pervenire l’episodio fino al vaglio del tribunale: in passato l’avvocato Italo Rovali, che assiste il proprietario della cassetta postale, aveva inviato una lettera all’attuale imputato per invitarlo a moderare i toni e a trovare un accordo con il suo assistito.

Ma la risposta a quella richiesta di mediazione fu sconcertante: il padrone di casa ritrovò infatti quella lettera rispedita al mittente, ai piedi della cassetta postale, con sopra sparsi degli escrementi.

Il tutto è stato documentato da fotografie prodotte in tribunale, dove il processo continuerà in maggio.

Alessandra Codeluppi