Green pass nei negozi, i commercianti di Reggio Emilia: "Non tocca a noi controllare"

I commercianti cittadini preoccupati e arrabbiati per le nuove disposizioni "Ci servirebbe una persona solo per fare quello. Così si aiutano le vendite online"

Green pass obbligatorio nei negozi: i commercianti sono contrari

Green pass obbligatorio nei negozi: i commercianti sono contrari

Reggio Emilia, 25 gennaio 2022 - Il primo febbraio scatta l’ora x. Così anche nei pubblici uffici, nei servizi postali, bancari, finanziari e nei negozi il controllo del green pass sarà obbligatorio per tutti i clienti che varcheranno l’ingresso. Alla stregua di barbieri, parrucchieri e centri estetici, che già dal 20 gennaio sono stati investiti dall’obbligo. Gli unici esenti, secondo l’ultimo Dpcm firmato da Draghi, restano le attività essenziali: alimentari, supermercati, ipermercati, farmacie, parafarmacie, benzinai, negozi di carburante per il riscaldamento, articoli per animali, ottici, mercati all’aperto, ambulanti, chioschi, edicole, uffici giudiziari e per la pubblica sicurezza. In vista del nuovo provvedimento tra i commercianti purtroppo aleggia un clima di rassegnazione per una situazione già fortemente compromessa sia dal dilagare dei contagi sia dall’aumento dei costi.

Tra gli intervistati il titolare di Sergio Boutique, Corrado Tirelli , che definisce il nuovo obbligo del lasciapassare verde "un’ulteriore complicazione". All’introduzione del green pass nei negozi, Tirelli associa l’onere di dover chiedere a ogni singolo cliente la certificazione e quindi la possibilità che il lavoro rallenti. "Il problema – sostiene Tirelli – è che entrano in due o tre alla volta. Ci vorrebbe una persona in negozio che si occupa solo di questo, mentre l’altra gestisce il resto della clientela. Purtroppo, la situazione di presunta normalità di prima e durante le feste ha subito un arresto. La quarta ondata ha creato un clima di paura e adesso, dato il nuovo provvedimento, le persone potrebbero essere ancora più scoraggiate a comprare".

La stessa preoccupazione è evidenziata anche da altri esercenti come Marta Gloria del negozio Lotus, che sostiene "non sono d’accordo. Per me chi vuole vaccinarsi si vaccina, chi non vuole non è costretto a farlo. Chiedere alle persone di esibire il green pass prima di entrare mi sembra eccessivo. Tutto questo non fa che renderle poco motivate ad andare per negozi".

Luca Manzini di Duri Cappelleria, nel suo intervento sottolinea che " la decisione presa dal Governo va rispettata. Dobbiamo farlo? E allora lo faremo. Non credo che arrivati a questo punto si possa disincentivare la clientela più di tanto, ormai quasi tutti hanno il green pass. Unico neo, non mi piace sentirmi un pubblico ufficiale che, non appena qualcuno entra, va a intimargli di mostrare il certificato, io non sono qui per controllare gli altri, faccio un altro mestiere". L’unica voce fuori dal coro, è quella di Francesca Salvatorelli di Chosen, che invece individua un lato positivo nell’obbligo: la sicurezza del personale. "Nel nostro negozio siamo a favore dell’introduzione dell’obbligo, ci sentiamo più sicure se possiamo lavorare con una clientela controllata, anche se la sicurezza di non contrarre il virus non c’è comunque al 100%. Purtroppo però, con tutte queste restrizioni, temiamo che l’afflusso di gente diminuisca ancora, e che, per non avere problemi di sorta, i clienti scelgano la vendita online".

Dalla parte dei commercianti anche Dario Domenichini, presidente Confesercenti Emilia Romagna, che spera che la lista delle attività esenti dall’obbligo possa essere rivista per comprendere anche i negozi d’abbigliamento e calzature, secondo lui duramente colpiti durante la pandemia. "Sono attività – afferma Domenichini – all’interno delle quali la permanenza non si prolunga per periodi di tempo eccessivi e dove la mascherina non viene mai abbassata. A questo si aggiungono igienizzazione delle mani, distanziamento e contingentamento delle entrate. Misure che garantiscono la sicurezza delle persone, per cui l’obbligo del green pass appare francamente eccessivo. Anche i saldi – continua Domenichini – dopo una discreta partenza si sono praticamente fermati e molti clienti rimandano il momento dell’acquisto, non entrano nei negozi, o si rivolgono all’online. L’obbligo del green pass si affianca, infatti, anche all’onere del controllo che grava sulle imprese. Il risultato – conclude Domenichini – sarà quello di creare ulteriori difficoltà ai commercianti che da due anni lottano per restare in piedi e che vengono gravati di continui oneri. Occorrerebbero, invece, sostegni e incentivi per favorire la sopravvivenza e la ripresa delle attività e iniziative per contrastare il caro energia, il rinnovo delle moratorie sul credito e interventi per calmierare gli affitti".