Reggio Emilia, traffico illecito di rifiuti. Smantellata organizzazione da 2 milioni

Indagati quattro reggiani, nel mirino i centri di recupero di Castelnovo Sotto e Scandiano (quest’ultimo non autorizzato)

Il blitz dei Carabinieri Forestali di Reggio ha svelato un maxi traffico illecito di rifiuti di rame e ferrosi

Il blitz dei Carabinieri Forestali di Reggio ha svelato un maxi traffico illecito di rifiuti di rame e ferrosi

Reggio Emilia, 22 maggio 2018 - Un traffico di rifiuti metallici da due milioni di euro all’anno, una rete che attraversava tutta la provincia e perquisizioni in un centro di recupero a Castelnovo Sotto e in un capannone come centro di recupero non autorizzato a Scandiano. Perquisite le residenze a Scandiano dei quattro indagati, tutti reggiani con età compresa tra i 34 e 64 anni. Verifiche anche su un contabile e un commercialista, che però non sono indagati.

I Carabinieri forestali di Reggio hanno smantellato una rete che aveva organizzato un grande traffico illecito di rifiuti. Sequestrate circa 30 tonnellate di rame e rifiuti ferrosi, svariate migliaia di euro proveniente dall’attività illecita, mezzi per il trasporto illecito dei rifiuti e documentazione contabile ed informatica. Protagonisti i militari del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri Forestale di Reggio, con l’ausilio delle Stazioni Carabinieri Forestale della provincia e dei reparti territoriali del Comando Provinciale di Reggio. L’inchiesta è stata avviata su delega del Pm Stefano Orsi della Direzione distrettuale antimafia di Bologna coadiuvato dal Pm Maria Rita Pantani della Procura di Reggio.

L’indagine è scattata grazie alla scoperta di situazioni anomale in alcune isole ecologiche della provincia di Reggio, in particolare a Ligonchio e Castelnovo Monti, durante controlli dei Carabinieri Forestali. Era stato accertato che soggetti non autorizzati prelevavano rottami metallici, ferrosi e non. Iniziavano controlli su alcune ditte e sull’ingresso dei rifiuti in alcune isole ecologiche. Emergeva così che i responsabili di un’impresa avevano organizzato un «castello documentale» per gestire i rifiuti metallici, nascondendosi ai controlli ed eludendo indicazioni corrette su quantitativi, tipologie e metodiche di movimentazione dei rifiuti. Grazie a intercettazioni, appostamenti, riprese video e controlli nelle aziende collegate si accertava la ricezione irregolare di varie tipologie di rifiuti da parte di fantomatici privati, una movimentazione illecita di un ingente quantitativo di rifiuti metallici e l’uso di un’area non autorizzata per lo stoccaggio illecito della stessa tipologia di rottami. Controlli bancari mostravano un elevato giro di contanti/assegni con cui il Centro pagava i privati, arrivando a prelievi bancari giornalieri fino a 15mila euro,. Un giro di malaffare stimato in oltre due milioni di euro annui.

Scattavano le perquisizioni che consentivano di sequestrare 15mila euro di denaro contante, circa 26.000 kg di rame per un valore di mercato di circa 60.000 euro, circa 12.000 kg di materiale ferroso ed altri rifiuti metallici, circa 200 kg di componenti elettronici, un big bag contenente guaina dei cavi elettrici priva di filamento metallico interno, attrezzatura per la lavorazione dei materiali presenti nel sito non autorizzato, 16 ceste contenenti altro materiale ferroso, sei cassoni contenenti centinaia di batterie a piombo per auto, 126 contenitori di diversi motori elettrici, alternatori, bombole di condizionatori e altri materiali ferrosi per un totale di circa 250 quintali, cinque mezzi dediti al trasporto illecito, una stampante illegale in quanto non collegata da alcuna pesa e non autorizzata dall’ufficio metrico della Camera di commercio che veniva utilizzata per riprodurre scontrini di pesa falsi, varia documentazione contabile ed attrezzatura informatica. Durante le perquisizioni nella residenza degli indagati venivano sequestrate anche 172 cartucce illegalmente detenute e due fucili con sequestro amministrativo cautelativo. Tra i reati contestati ai quattro indagati ci sono truffa e ricettazione oltre al delitto di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti.