CLAUDIO LAVAGGI
Cronaca

"Ho creato la scarpa per correre da ’lupi’"

La nuova idea imprenditoriale di Max Pedroni: "Mi hanno ispirato gli appoggi leggeri del mio Ulysse". Poi le ricerche in Usa

"Ho creato la scarpa per correre da ’lupi’"

La nuova idea imprenditoriale di Max Pedroni: "Mi hanno ispirato gli appoggi leggeri del mio Ulysse". Poi le ricerche in Usa

"Mentre correvo con il mio pastore tedesco Ulysse - dice Massimiliano Pedroni, titolare del grande emporio Maxent Sport - mi sono accorto che i suoi appoggi sul terreno erano molto naturali e non risentivano in particolare del terreno su cui stava correndo. E allora ho pensato che si poteva inventare una scarpa con una suola simile alla zampa del lupo e così è partita questa idea che di recente abbiamo realizzato appieno".

Ma chi è Massimiliano Pedroni? Oggi è un commerciale a tutti gli effetti: 54 anni, mezzofondista della Self (oggi targata Montanari e Gruzza) fino a 18 anni e poi quotato atleta di triathlon, mountain bike e anche di maratona. In maratona, ma anche sulla mezza distanza, ha disputato più volte le gare di Reggio di cui è partner tecnico.

Ora Max, come è noto nell’ambiente, ha voluto associare le sue conoscenze sul campo nelle più svariate discipline a quelle tecniche degli articoli che vende. E proprio nei giorni scorsi c’è stata una dimostrazione in pista a Scandiano e tanti atleti hanno potuto mettersi ai piedi e provare le scarpe Ulysses rimanendo piacevolmente sorpresi dalla qualità del prodotto.

"Non è stato un percorso breve, né facile. Sono stati fatti degli studi appositi di biomeccanica in strutture americane e anche qui in Europa, comparando infortuni di atleti professionisti e amatori. La nostra prima sede di ricerca e sviluppo di Dallas ha ottenuto risultati che corrispondevano ai protocolli medico-scientifici e così abbiamo brevettato il nostro sistema di control motion. Successivamente ci siamo trasferiti a Denver, in Colorado; avevamo bisogno di essere nel punto cruciale delle attività di R&D e questo ha dato il via alla produzione su larga scala e distribuzione world wide". Parliamo ancora di lei?

"Beh, adesso sono molto preso da questa novità, lavoro anche di notte, vado spesso a Lugano dove abbiamo la nostra sede europea e la logistica unitamente ai miei soci. Il mio socio di Denver è Massimo Rinaldi, originario di Casina, ma ormai cittadino americano a tutti gli effetti; il terzo socio Federico Pistilli di Lugano è quello che cura la parte logistica e amministrativa".

Le Ulysse che caratteristiche tecniche hanno?

"Intanto si tratta in gran parte di materiale riciclato e poi abbiamo puntato molto sul mercato americano. Abbiamo tre tipi di suole, una adatta al fuoristrada con carrarmato e tomaia differenti da quella invece adatta per l’asfalto che ovviamente è più leggera. Poi abbiamo la slick e qui è un po’ come la gomma liscia di Formula Uno e c’è un grande utilizzo anche per chi corre sui tapis roulant. L’obiettivo è anche quello di evitare al massimo gli infortuni, cercando una valida biomeccanica del piede con un appoggio sicuro".

Il vostro nome e il marchio? "Beh, come ho detto Ulysse è il nome del mio cane e ricorda oltre al passato eroico di Ulisse, la voglia di conoscenza e le ambizioni future del progetto e dell’azienda stessa. Il lupo raffigurato all’interno del logo è un simbolo di lealtà. Del resto anche il marchio della mia prima società, la Self, è proprio un lupacchiotto".

Quindi l’obiettivo è stato raggiunto?

"A oggi abbiamo venduto in Austria , Svizzera, Germania, Cechia, Slovacchia, Polonia e Spagna, negli Stati uniti e ovviamente su e-commerce globale. Il punto di non ritorno è stato superato, abbiamo consegnato le prime per la primavera / estate 24 e questo rappresentava la vera prova da superare, ma subito sono arrivati riassortimenti ed allora abbiamo capito che il sell out dai negozi era raggiunto. Ora ci apprestiamo a presentare la nuova collezione spring /summer 2025 con modelli nuovi e diverse collaborazioni importanti....ma non vorrei svelare troppo".