"I 120mila euro spariscono a Cavriago"

A processo tre dipendenti di un furgone portavalori che stavano trasportando un malloppo delle Ferrovie. Il pm chiede due condanne

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di Alessandra Codeluppi

Una cifra enorme, 120mila euro in contanti, si è misteriosamente volatilizzata durante il viaggio attraverso tre regioni italiane, passando per Cavriago. Il tutto in barba ai protocolli rigidi - sigillature e controlli con le telecamere - che contraddistinguono i trasporti di denaro.

È nel paese reggiano che la Procura ritiene che sia stato commesso il furto, solo una parte di una più ampia somma, 588mila euro, che era delle Ferrovie dello Stato e che, a partire da Vicenza, doveva essere depositata a Milano.

Per il maxicolpo, che sarebbe avvenuto mentre il blindato era nella sede della Coopservice - azienda del tutto estranea alle contestazioni -, sono finite a processo tre guardie giurate. Si tratta di un 68enne residente a Milano, un 59enne di Rho (Mi) e un 53enne di Garbagnate (Mi): dipendenti di un’azienda specializzata, erano stato incaricati del trasporto dei contanti, presi a Vicenza.

I soldi sarebbero stati presi da un plico con un sigillo, inserito in una cassa sul camion, rompendo i sigilli. Nella tratta da Bologna a Paderno Dugnano, durante la sosta alla Coopservice, il 68enne, portato in altezza con la pedana, sarebbe entrato nel cassone e avrebbe prelevato i soldi. Poi sarebbe stato fatto scendere dagli altri due, insieme a una cassa voluminosa che lo copriva dalla ripresa delle telecamere. Il furto, datato 31 dicembre 2011, non è andato in prescrizione perché pluriaggravato, per il danno di rilevante entità e l’abuso di prestazione d’opera.

Le indagini sono state avviate a Milano dopo che, il 2 gennaio 2011, fu scoperto l’ammanco: i tre uomini sono finiti sott’inchiesta perché avevano preso le casse a Bologna e dovevano portarle in Lombardia.

Davanti al giudice Silvia Semprini, ieri si è tenuta la discussione. Il pm ha rimarcato una coincidenza sospetta: "L’unico momento in cui il denaro non era controllato dalle telecamere avviene quando l’equipaggio fa sosta alla Coopservice. Sulle buste col denaro vengono messi due sigilli, di cui il secondo ha una linguetta: se si solleva questa, il plico non può essere richiuso. La guardia di Milano però non si accorge che manca il secondo sigillo. Grazie all’assenza della linguetta, le buste si potevano aprire e chiudere".

C’è stato un passaggio particolare: "È vero che la cassa, durante lo spostamento, fu danneggiata e il sigillo sostituito. E che non c’è corrispondenza con quello usato in partenza, ma era comunque un sigillo integro. A Cavriago, poi, si vede il 68enne salire sul camion, pur non avendone bisogno, per scaricare la cassa".

Il pm ha chiesto l’assoluzione per il 59enne, presunto autista ("Non si vede mai nelle manovre") e 3 anni di condanna più 600 euro di multa per gli altri due.

L’avvocato difensore Federica Ghesini ha chiesto per tutti l’assoluzione, snocciolando falle evidenziate anche da un testimone esperto di procedure di sicurezza. "A Vicenza viene rotto un sigillo, ma non viene annotata la sostituzione: il teste ci ha spiegato che è una anomalia. A Bologna, quando si consegna il materiale all’equipaggio diretto a Milano, nessuno si accorge che la cassa ha un sigillo diverso da quello originale. Poi c’è la tappa a Cavriago: dalle riprese, il 68enne ha qualcosa in mano, ma non si capisce se sia un foglio o una busta. Anche a Milano, chi prende la cassa non si accorge dell’assenza dei sigilli. Qui si sarebbero dovute mostrare le buste alle telecamere per valutare i codici, ma non è accaduto".

La difesa riferisce che, secondo un altro teste, "il furto potrebbe essere avvenuto in più momenti". Il giudice ha preso tempo per visionare i filmati e la sentenza è stata rinviata.