"I bandi di lavoro si aprano agli stranieri"

Dario Torri, presidente della Valle dei Cavalieri: "Da soli non ce la facciamo. Mancano le risorse umane, e non solo nel turismo"

Migration

"La carenza di risorse umane in montagna non è riferita soltanto al settore turistico, comincia a farsi sentire anche le altre attività produttive, dall’edilizia alle imprese di movimento terra e alla metalmeccanica. E’ strano, in montagna per la prima volta abbiamo lavoro, mancano i lavoratori".

Lo afferma il geometra Dario Torri, presidente della cooperativa di comunità Valle dei Cavalieri di Succiso-Ramiseto (comune Ventasso) il quale ha avuto modo, in occasione delle recenti feste pasquali, di constatare quanto sia difficile trovare personale di supporto alla gestione alberghiera. "E’ un fenomeno diffuso in tutta la montagna e non riguarda solo l’attività preposta all’accoglienza che, com’è noto, si svolge prevalentemente nei giorni festivi, ma si allarga anche agli altri settori delle piccole imprese che operano sull’Appennino: da Ramiseto a Collagna, a Ligonchio, al comune di Villa Minozzo, ma anche nei comuni più a valle non mancano offerte di lavoro, spesso restano a lungo inevase".

Infatti, tanto per citarne uno, in comune di Carpineti all’ingresso del bar-ristorante ‘Il Vagabondo’ (ex noto ristorante Da Libero all’epoca frequentato del presidente Prodi), resiste il cartello "Cercasi personale da inserire nel proprio organico".

Certo, alle strutture ricettive di Cerreto Laghi maggiori sono le difficoltà di reperimento personale, essendo, come Succiso, una località del crinale.

Non nascondono il problema, sempre più difficile, del reperimento personale Caterina Ferretti del Parco Hotel e Maura Nardi del dell’albergo Sciatori di Cerreto Laghi. Questa è la realtà della montagna. Per il presidente della Valle dei Cavalieri, Dario Torri, questo è il momento di coinvolgere, sul tema del lavoro, sia il mondo politico che quello delle associazioni dei lavoratori e istituzioni scolastiche.

"A parte questo periodo complicato con una guerra in Europa - prosegue Torri – secondo me i prossimi bandi di lavoro dovranno essere aperti all’ingresso di stranieri, perché da soli non ce la facciamo, almeno in montagna. Comprensibili le difficoltà nel settore turistico dove i nostri giovani fanno fatica a lavorare mentre gli altri fanno festa, però c’è bisogno di risorse umane in tutti i settori e l’impiego di immigrati va organizzato a partire dalla scuola che deve proporsi con degli stage per inserire i giovani nell’abito del lavoro professionale. Così non si può andare avanti, dobbiamo essere tutti aperti al cambiamento: operatori turistici, imprenditori, politici e scuola. La montagna è la prima ad avvertire la necessità di cambiamento, è questione di sopravvivenza, però lo dobbiamo fare tutti insieme. Fondamentale la funzione della scuola per dare professionalità ai giovani, nostri o stranieri, perché in montagna ci sono aziende che oggi richiedono professionisti, comprese quelle dell’accoglienza".

Settimo Baisi