"I cartelli vanno in italiano Vittime meritano giustizia"

Morte di Emily e Renata, la Procura: "Palesi violazioni in materia di sicurezza" E in Alto Adige monta la polemica. Fdi: "La lingua è un principio sacrosanto"

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"La Provincia di Bolzano non può far finta di non vedere e capire. Il principio del sacrosanto utilizzo della lingua italiana deve essere presto ribadito in Alto Adige: le vittime delle incidente sul Renon meritano giustizia. E per farlo la provincia deve costituirsi parte civile".

Dopo la chiusura delle indagini della Procura di Bolzano, sulla morte di Emily Formisano (8 anni) e la mamma Renata Dyakowska (38), anche la politica interviene su quanto accaduto. Per esempio attraverso il consigliere di Fratelli d’Italia in Trentino Alto Adige Alessandro Urzi, che ha chiesto alla provincia di Bolzano di prendere posizione.

Secondo la Procura infatti l’incidente in slittino non sarebbe stata una tragica fatalità. Per mamma Renata è stato ipotizzato un concorso di colpa (Emily morì sul colpo, la donna dopo 40 giorni di agonia in ospedale), ma sarebbe da mettere in relazione con alcune palesi violazioni in materia di sicurezza dell’impianto. Non a caso l’unico accusato di omicidio colposo (e per cui sarà chiesto il processo) per ora è il presidente delle funivie Renon, Siegfried Wolfsgruber. Il perito Ernesto Rigoni, chiamato nell’incidente probatorio disposto dal giudice Emilio Schonsberg ha infatti espresso il suo parere da esperto in tracciamento di piste da sci.

Dalla relazione emerge come la pista nera imboccata probabilmente per sbaglio da mamma Renata quel 4 gennaio 2019, non sarebbe stata in condizioni di sicurezza (mancanza di reti di protezione nei punti pericolosi). Ma non solo. Le indicazioni riguardanti la pista e il divieto di affrontarla in slitta sarebbero state insufficienti in quanto non tradotte in lingua italiana- Infine, il tracciato della pista nera ’Schwarzsee 2’ (con pendenza del 44%) non sarebbe stato adeguatamente delimitato. La posizione invece del papà Ciro Formisano è stata stralciata. "Come italiane per residenza erano le vittime dell’incidente che avrebbe potuto essere scongiurato se la pericolosità della pista fosse stata segnalata anche in lingua italiana con la medesima evidenza con cui lo era in lingua tedesca - conclude Urzi -. La Provincia non cerchi alibi, sul rispetto delle due lingue, anche quella italiana, si fonda l’Autonomia e questi principi vanno difesi anche in sede giudiziaria". (In foto mamma e figlia)