I clienti della montagna: "Da loro è partito tutto"

Il comandante Spinelli: "Dichiarazioni utili a monitorare l’organizzazione"

Il comandante Marco Spinelli
Il comandante Marco Spinelli

Il vaso di Pandora dell’inchiesta ’Fast Car’ si scoperchiò durante il Capodanno 2019, a Castelnovo Monti. Quella notte un 42enne stava rientrando a Reggio da Napoli, sua città natale, e venne pizzicato con la cocaina in auto durante un controllo dei carabinieri del comando appenninico. Lì si aprì un capitolo di indagini durato due anni, un’inchiesta che ha portato all’arresto di 24 persone (ne parliamo nell’articolo a fianco), più altre 11 in flagranza di reato, spacciatori e membri attivi di un’organizzazione che riusciva a ramificarsi su tutto il nostro territorio. Senza contare che l’origine del traffico era Scampia, a Napoli, piazza di spaccio che faceva da punto di rifornimento per la rete di spaccio reggiana.

"Dell’attività di questa organizzazione si sono avvalsi tantissimi soggetti, come riscontrato anche dalle dichiarazioni degli avventori" ha detto il procuratore di Reggio, Calogero Gaetano Paci.

Proprio dai primi clienti del 42enne, infatti, le autorità hanno iniziato a delineare i collegamenti che, come una rete, coprivano alla fine tutta la provincia. "Hanno tutti ammesso di essere avventori da diversi anni – ha poi specificato il comandante dei carabinieri di Castelnovo Monti, Marco Spinelli – e di essersi rivolti alla stessa organizzazione anche più di un centinaio di volte".

Quello è stato il ’la’ che ha permesso ai carabinieri di Castelnovo Monti di inquadrare quanto l’organizzazione lavorasse, per così dire, in grande.

Oltre all’approvvigionamento da Scampia, qui in provincia il traffico veniva affidato a una cerchia di grossisti e acquirenti al dettaglio. E sebbene i 24 arrestati ieri gravitassero principalmente attorno a Reggio città, la piazza si estendeva all’Emilia anche oltre i confini reggiani. "La loro attività non si è mai fermata, nemmeno durante la pandemia – ha aggiunto Spinelli –. Tant’è vero che, in corso d’opera, abbiamo proceduto ad altri 11 arresti in flagranza di reato o su ordine di cattura".

L’indagine ’Fast Car’ si è intrecciata a maggio scorso con un’altra indagine della Dda, che si focalizzava sul traffico di stupefacenti targato ’ndrangheta, a Reggio Calabria. "Per quello che attiene all’inchiesta reggiana, però, non si tratta di organizzazione di stampo mafioso" ha precisato infine il procuratore Paci.

g.ben.