I controlli scattano dopo l’articolo

L’ex stazione di Fosdondo era occupata da tempo da clandestini: l’11 aprile l’ordinanza e la messa in sicurezza

Migration

La situazione di degrado e presenza abusiva di stranieri all’ex stazione di Fosdondo a Correggio?

In municipio non ne sapevano nulla.

E solo quando la notizia è apparsa sul Carlino, sono stati mobilitati gli operatori delle forze dell’ordine per gli adeguati accertamenti.

E’ quando emerge dalla risposta fornita dall’amministrazione comunale di Correggio all’interrogazione presentata dal gruppo di opposizione "Correggio Siamo Noi", guidato da Riccardo Rovesti.

Ma durante il nostro sopralluogo, da cui era emersa la presenza di stranieri clandestini che nell’ex stazione usufruivano di acqua corrente ed energia elettrica, alcuni residenti avevano confermato come quella situazione fosse in essere da tempo e che dei fatti erano stati informati forze dell’ordine e uffici comunali.

Ma, a quanto pare, solo dopo gli articoli pubblicati dal Carlino e la presentazione dell’interrogazione dei consiglieri comunali, le istituzioni locali si sono attivate.

A fine marzo, dopo un sopralluogo dei tecnici comunale, dal municipio è stata emessa un’ordinanza che ha chiesto alla Regione, proprietaria dell’immobile, l’immediata pulizia dell’area, rendendo inaccessibile l’edificio, da anni occupato in modo abusivo.

L’11 aprile – come già documentato dal Carlino – la società Fer, competente anche per le strutture legate a linee ferroviarie dismesse, ha completato la chiusura di porte e finestre, recintando l’area circostante.

Nei giorni successivi, però, alcuni stranieri sono stati notati nella stessa zona, nei pressi di un altro edificio abbandonato, ma in cui ci sarebbero dei giacigli di fortuna, presumibilmente usati da persone senza fissa dimora, in modo abusivo.

E anche questa situazione è stata subito segnalata alle forze dell’ordine.

Secondo quanto emerso, gli stranieri avrebbero occupato l’ex stazione durante la loro permanenza nella zona di Correggio, nei periodi in cui qui erano impegnati in attività di commercio abusivo.

Non si esclude neppure che per reperire quei giacigli di fortuna gli stessi stranieri abbiano dovuto pagare somme di denaro.

Antonio Lecci