ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

I cugini di Saman Abbas restano in carcere

Respinto il ricorso degli avvocati difensori dopo la condanna in secondo grado. Secondo i magistrati potrebbe esserci "pericolo di fuga"

Respinto il ricorso degli avvocati difensori dopo la condanna in secondo grado. Secondo i magistrati potrebbe esserci "pericolo di fuga"

Respinto il ricorso degli avvocati difensori dopo la condanna in secondo grado. Secondo i magistrati potrebbe esserci "pericolo di fuga"

Restano al momento in custodia cautelare in carcere Ikram Ijaz e Noman Ul Haq, condannati in secondo grado all’ergastolo per l’omicidio e la soppressione di cadavere della 18enne pakistana Saman Abbas, uccisa il primo maggio 2021 a Novellara. Dopo un’udienza celebrata il 30 maggio, il tribunale del Riesame ha infatti deciso di respingere i ricorsi presentati dalle difese contro la misura disposta dalla Corte d’Assise d’Appello, che ha accolto la richiesta della Procura generale di Bologna.

I due cugini di Saman erano stati dapprima assolti dal tribunale reggiano nel dicembre 2023 e poi ritenuti colpevoli il 18 aprile scorso al termine del nuovo processo.

Alla luce del verdetto, la Procura generale ha chiesto e ottenuto che ai due cugini fosse di nuovo applicata la custodia in carcere, misura applicata dalla Corte d’Assise d’Appello presieduta da Domenico Pasquale Stigliano che ha ha ravvisato per entrambi il "pericolo di fuga".

Gli avvocati di Noman Ul Haq e di Ijaz, rispettivamente Luigi Scarcella e Mariagrazia Petrelli, erano ricorsi al Riesame, che ha respinto la loro richiesta.

La decisione non è definitiva: contro la custodia in carcere i difensori potranno valutare se ricorrere in Cassazione.

Dopo la morte di Saman, cinque suoi parenti si allontanarono man mano da Novellara. Ijaz fu poi arrestato in Francia, a Nimes, a fine maggio 2021, Noman Ul Haq a Barcellona nel febbraio 2022; poi furono portati in Italia, dove rimasero in carcere sino alla sentenza di primo grado, a seguito della quale furono liberati.

I due cugini sono stati di nuovo accompagnati nel carcere della Pulce l’8 maggio dai carabinieri del nucleo investigativo reggiano. Nel secondo processo l’accusa è stata sostenuta dal sostituto procuratore generale Silvia Marzocchi e dal pubblico ministero reggiano Maria Rita Pantani. Il verdetto ha anche confermato l’ergastolo per i genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen e innalzato la pena a 22 anni per lo zio Danish Hasnan, a oggi tutti ritenuti responsabili di entrambi i reati; sono state inoltre riconosciute le aggravanti della premeditazione e dei motivi futili e abietti. Per i due cugini, le difese avevano chiesto l’assoluzione e sostenuto la tesi di un "allontanamento dovuto alla paura" nata dopo l’arrivo dei carabinieri a casa di Saman il 5 maggio 2021 e la partenza improvvisa di Hasnain e di Alì Haider, il fratello di Saman. Avevano inoltre portato altri argomenti difensivi che erano stati condivisi dai giudici di primo grado. Sulla conferma della misura cautelare il collegio del Riesame di Bologna (presidente Pier Luigi di Bari, giudice relatore Silvia Monari) depositerà le motivazioni entro 45 giorni.

Alessandra Codeluppi