
L’assessore Pasini chiarisce: "Il piano attuativo era legato solo a Maramotti". Il proprietario Bosi: "Valuteremo eventuali altri progetti in sintonia con la giunta".
di Daniele PetroneChiunque volesse acquisire l’area delle ex Fiere e realizzarvi un altro progetto, dovrà comunque interfacciarsi col Comune per un nuovo piano attuativo. A chiarirlo è l’assessore all’urbanistica Carlo Pasini. "Innanzitutto voglio specificare – chiosa – che non si chiama ’variante’, ma si tratta di un Paip, cosidetto piano attuativo di iniziativa pubblica, un accordo operativo riconosciuto dal Pug e recepito nell’ambito dei piani urbanistici. La modalità operativa è sempre legata ad hoc ad un soggetto attuatore, nel caso del ’Polo della Moda’ a Max Mara. Il Paip prevede step che vanno dall’adozione all’attuazione". Un iter che – continua l’assessore – "dovrà essere ripercorso da capo se si dovesse presentare un altro soggetto interessato a realizzare un progetto nell’area". Passando dunque per forza di cose dal municipio "dato che l’area in questione è definita come polo funzionale" in tutti gli schemi d’accordo tra gli enti pubblici.
Una risposta indiretta, dato che non lo cita con l’intenzione di evitare polemiche politiche, al deputato reggiano di Fratelli d’Italia, Gianluca Vinci che invoca "l’annullamento delle varianti approvate dal Comune per evitare speculazioni del proprietario attuale dell’area (Giorgio Bosi, ndr) in una futura rivendita", minacciando altrimenti "un esposto in Procura". Inoltre Pasini puntualizza che "qualora non dovesse concretizzarsi la realizzazione del ’Polo della Moda’ e quindi non dovesse essere attuata la convenzione, il piano attuativo ad hoc per esso, sarà di fatto nullo".
Lo schema di convenzione deve essere approvato entro sei mesi, come già ribadito ieri anche dallo stesso assessore Pasini. E qualora entrasse in vigore, avrebbe una validità di dieci anni. Ma con un cronoprogramma d’intervento che prevede il rilascio dei fabbricati e quindi il ‘fine lavori’ a febbraio 2028. Ma il dietrofront improvviso della famiglia Maramotti, proprietaria della maison di moda Max Mara, che ha ritirato l’investimento, ha fatto saltare ogni piano. Un ripensamento, che avrebbe del clamoroso, non pregiudicherebbe comunque granché, se non un ‘ritardo’ di sei mesi rispetto ai tempi originari. Uno strappo però difficilmente ricucibile al momento (lo stesso sindaco Marco Massari ha detto che le percentuali ottimistiche si aggirano tra il 20 e il 25%).
Allo stato dell’arte dunque si aprono interrogativi riguardo ad un’area attorno alla quale verte il futuro della zona Nord della città, lo spicchio in grande via di espansione e il più strategico di Reggio. L’ex quartiere fieristico resta nelle mani di Giorgio Bosi, imprenditore modenese, patron dell’azienda correggese PiBiPlast (leader nel packaging della cosmesi), che aveva rilevato i padiglioni di via Filangieri all’asta nel 2019. Il quale resta col cerino in mano dopo la retromarcia di Maramotti a un passo dal rogito, pronto a guardare avanti. "Bosi ha avuto piacere a dare la disponibilità dell’area a Max Mara e trovare le giuste condizioni per un importante progetto – dice il suo commercialista Giulio Morandi – La rottura col Comune non è dipesa da noi. Il futuro dell’area? Alcuni soggetti già interessati in precedenza stanno rivalutando l’opportunità. Non abbiamo fretta, rifletteremo con calma sul da farsi. Se auspichiamo un ripensamento? Non c’è chiusura nei confronti di nessuno e siamo dispiaciuti da questo epilogo. Stiamo a vedere, al momento non si può escludere nulla".
Infine, riguardo ad una futura rivendita legata ad un altro tipo progetto come teme lo stesso Vinci adombrando possibili speculazioni, Morandi taglia corto e precisa: "Questi sono aspetti troppo tecnici nei quali non vogliamo entrare, ma siamo chiari su un punto: noi vogliamo trovare per quest’area delle soluzioni positive nell’ottica di valorizzare la città. E come sempre studieremo eventuali altre proposte in armonia col Comune e con gli enti tecnici competenti. Su questo Bosi ci ha sempre tenuto e i fatti parlano per lui: ricordiamoci che mise a disposizione l’area per il centro vaccinale durante la pandemia".