DAMIANO REVERBERI
Cronaca

I duemila della Gmg "Abbiamo lasciato la nostra impronta attraverso un murale"

Lacrime e sorrisi di speranza alla chiusura del viaggio a tappe. I ragazzi hanno ascoltato il Papa che li ha esortati a non avere paura. Don Grassi: "Hanno riscoperto e toccato con mano l’amore di Cristo". .

I duemila della Gmg "Abbiamo lasciato la nostra impronta attraverso un murale"

di Damiano Reverberi

Stanno rientrando a casa, col cuore pieno di gioia, i duemila pellegrini reggiani che hanno preso parte alla 38ª Giornata Mondiale della Gioventù, che ha avuto il suo culmine tra sabato e domenica a Lisbona. Nonostante il lungo viaggio che li ha portati nella capitale portoghese e la notte trascorsa all’aperto, le ultime ore sono state forse le più entusiasmanti: in mezzo a un milione e mezzo di persone, radunate al Parco Tejo, hanno potuto ascoltare le parole di Papa Francesco, che li ha esortati a camminare con costanza e senza paura, rialzandosi dopo le cadute e dando la mano a chi arranca.

IL PERCORSO

Partiti nella notte tra venerdì 29 e sabato 30 luglio in pullman, accompagnati da tanti sacerdoti, i pellegrini hanno fatto tappa due giorni a Barcellona (con Messa per i soli reggiani nella suggestiva cornice della Sagrada Familia) e altrettanti a Toledo, per poi raggiungere mercoledì sera Lisbona. Qui hanno incontrato ragazzi e giovani provenienti da ogni angolo del globo e, nelle testimonianze raccolte in questi giorni, forse è stato veramente questo il plus: dopo gli anni del Covid, con relazioni ridotte al lumicino, la voglia di incontrarsi e di scoprirsi Chiesa universale ha rappresentato un tesoro prezioso da portarsi a casa, nella quotidianità, desiderosi di portare i frutti di questa esperienza.

D’altronde, lo ha detto proprio il Santo Padre, "l’amore di Dio è gratis". Il rientro, dopo la partenza avvenuta stanotte, è previsto per domani.

L’ESPERIENZA

Un gruppo di reggiani, invece che seguire il percorso degli altri pellegrini, ha trascorso 6 giorni ad Aveiro (250 km a Nord di Lisbona), accolti in famiglia, facendo anche tappa a Fatima: "Siamo stati accolti con grande calore dalle famiglie del luogo, abbiamo conosciuto i santi protettori delle loro comunità, avuto momenti conviviali, di gioco, di ballo e di preghiera insieme, passando dalle colline alle spiagge sull’oceano. Abbiamo lasciato la nostra impronta attraverso un murale, così come i volontari e le famiglie portoghesi hanno lasciato nei nostri cuori", ha spiegato don Carlo Menozzi, parroco tra le altre, a San Polo, Ciano e Canossa.

"Lacrime e sorrisi di speranza sono apparsi sul volto della Via Crucis del venerdì – ricorda don Luca Grassi, parroco di Sant’Agostino e San Pietro e Giacomo – con alcune stazioni accompagnate da toccanti testimonianze di vita, con un giovane uscito da una storia di dipendenza e un altro che ha dovuto affrontare un grave malessere psichico, causato dall’isolamento durante la pandemia. In entrambi i casi i giovani hanno riscoperto e toccato con mano l’amore di Cristo: la Croce di Gesù ci insegna ad alzarci ed andare avanti e ci mostra che la vera felicità sta nel lasciarsi attrarre dal volto dell’altro".