"I genitori resteranno in Pakistan Non ti posso dire quanto tremo"

Ecco la chat dello zio di Saman con una donna: è in quel momento che dice "Abbiamo fatto un bel lavoro"

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di Alessandra Codeluppi

"Fratello e sorella stanno rientrando in Pakistan... sono già in aereo": scriveva così Danish Hasnain, lo zio di Saman Abbas a una donna, che sarebbe legata a lui da una relazione. Il 33enne Danish è sospettato dalla Procura di essere l’esecutore materiale dell’omicidio della 18enne Saman. Alla sua interlocutrice, che gli chiede dove fosse Saman, Danish risponde: "Lei arriverà poi". La donna ribatte: "Perché stanno arrivando loro?". E Danish risponde: "Stanno andando per sempre in Pakistan". E lei chiede: "Non chiederanno tutti dove sono i figli?". Danish risponde: "Glielo diranno loro quando tornano". La donna: "Cosa, uff, tu perché sei lì? Dimmi questo, vai a casa tua". Hasnain ribatte: Ho i miei documenti, sono di qui, di questa casa, quella la sto lasciando". La donna gli rivolge un invito particolare: "Ok. Cancella tutta la chat". E lui: "Abbiamo fatto un lavoro fisso (nota del traduttore, un lavoro fatto bene). Non preoccuparti". Ma la rassicurazione non basta: "Non posso dire in questo momento quanto sto tremando", dice lei. Che incalza: "Tu dirai che lei è andata in Pakistan?". E Danish: "Sì". Poi lei insiste: "Ho tanta paura... che non succeda qualcosa a te". E lui: "Perché?.... Non succederà". La donna: "Io cosa farò amico... torni presto?". Lui non risponde: nella conversazione intercettata compaiono punti di sospensione. Secondo gli inquirenti, il riferimento a un "lavoro ben fatto" sembra alludere a qualcosa di illecito che coinvolge la giovane. Non solo: la donna si mostra, secondo gli inquirenti, preoccupata della salute della giovane, segno che il ‘lavoro’ implicherebbe un’attività violenta o aggressiva, escludendo però la sua soppressione. Nell’ordinanza di misure coercitive, il gip Luca Ramponi annovera questa conversazione tra gli elementi indiziari che rappresentano "riscontri esterni oggettivi (sia pur non necessari) che corroborano ulteriormente la credibilità" del fratello minore di Saman. "Indubbio che nei messaggi scambiati da Danish con la donna si faccia riferimento a un illecito anche violento commesso a danno di Saman. Benché sia formalmente rassicurata dall’indagato sull’incolumità della ragazza, l’interlocutrice si mostra consapevole che l’uso della violenza fisica fosse tutt’altro da escludersi nel ‘lavoro’ che Danish doveva compiere, su richiesta dei genitori, proprio come rivelato dal fratello minore". Interpellato sul contenuto dell’ordinanza, l’avvocato Simone Servillo, difensore dei genitori di Saman, ribalta la lettura: "Non è una prognosi di colpevolezza conclamata. Anzi: più andiamo avanti, più emerge che gli elementi possono essere oggetto di molteplici chiavi di interpretazione, al contrario di ciò che vuole sostenere la pubblica accusa".