I sanitari non si meritano brutte sorprese

Gennaro

Ferrara*

In occasione della Festa dei Lavoratori credo sia doveroso mettere in primo piano, da subito, quelle che sono le priorità per i professionisti del mondo sanitario. Anzitutto il rinnovo del contratto nazionale, scaduto ormai nel 2019, una mancanza di implemento contrattuale che interessa tutte le figure che rientrano in questo comparto. C’è poi la necessità immediata di attivare dei decreti di stabilizzazione dei precari assunti durante l’emergenza. Perché la pandemia non se n’è andata, anzi: i ricoverati ci sono e il fatto che siano meno gravi non comporta un impegno inferiore, il livello di assistenza è il medesimo. In questo primo maggio, insomma, penso sia d’obbligo fermarsi a riflettere non solo su quanto certi professionisti siano sottopagati, ma anche su tutto quello che è accaduto negli ultimi due anni. Non dimentichiamoci cos’è successo: nel momento in cui i riflettori si sono accesi sul Covid, i lavoratori della sanità hanno visto le loro quotidianità, professionali o private, sconvolgersi completamente. Tutti hanno messo a rischio la loro vita, alcuni sono anche venuti a mancare. Credo sia opportuno fare anche una considerazione sulle professioni sanitarie che lavorano nel socio-sanitario, anche loro hanno vissuto medesime condizioni, ma peggiori rispetto ai professionisti sanitari perché si sono trovati impreparati davanti alla tempesta Covid. Lo possiamo dichiarare un fallimento del settore socio sanitario. Per noi è da rivedere. Che questo sia un momento da onorare, un segnale per non perdere la memoria di ciò che, oggi, sembra essere sparito. Tempo fa l’attenzione e la vicinanza nei confronti di questa categoria era molto forte, oggi lo scenario è ben diverso, ma loro sono sempre in campo. Spero che, quando ci siederemo al tavolo delle trattative con le istituzioni e i vertici aziendali, di non trovare brutte sorprese, come l’assenza di fondi contrattuali o la mancata cessione di periodi di ferie o aspettativa. Spero anche che le restrizioni che cadono da oggi non rappresentino un ‘liberi tutti’, perché vorrebbe dire vanificare tutto ciò che è stato fatto finora.

*segretario Cisl Fp Emilia Centrale con delega alla sanità