I volontari in Romagna "Non si può sopportare che a due ore da casa la gente abbia perso tutto"

Elisa Foroni, insegnante di yoga, mobilita gli amici e parte per le zone alluvionate "Bisogna donarsi: qui è pieno di ragazzi pieni di grinta, energia e volontà".

I volontari in Romagna  "Non si può sopportare  che a due ore da casa  la gente abbia perso tutto"

I volontari in Romagna "Non si può sopportare che a due ore da casa la gente abbia perso tutto"

di Gabriele

Gallo

Nei colori plumbei di una tragedia dalle proporzioni immani, sotto un cielo livido da cui scende pioggia incessante, tra le crepe nelle strade causate dalla frane, e il fango che tutto sporca e offende, ad offrire sprazzi di luce e di speranza è stata l’incredibile, e per certi versi sorprendente, mobilitazione dei giovani. Quella "meglio gioventù" che salvò Firenze nel 1966, suscitando l’ammirazione di tutto il mondo, oggi come allora parla anche reggiano. Seguendo l’esempio dei meravigliosi "Ragazzi del Po", che nel 2000 contribuirono a evitare che il grande fiume inondasse la bassa nel corso della più grande piena del secolo, Elisa Foroni, suo fratello Paolo, Sara Guandalini e Alessandro Righetti, sono partiti ieri mattina da Rubiera per raggiungere Cesena: armati di stivali, pale, tiracqua e torce d’ordinanza per inserirsi anche in anfratti bui. Avvalendosi del sito VolontariSos, allestito dall’Unione dei Comuni della bassa Romagna per coordinare l’operato dei soccorritori volontari. A trainare il gruppo Elisa Foroni, vulcanica insegnante di yoga rubierese, da anni impegnata nel mondo del volontariato, reduce da una frattura al perone.

"Sapere che a meno di due ore di macchina da casa nostra ci sono tante persone che hanno perso tutto, ha portato subito a chiedermi cosa potevo fare. Siccome ho viaggiato tantissimo e conosco gente in tutta Italia, ho provato a mobilitarla. Ho lanciato l’idea sui miei canali social e scritto a tutti i numeri della mia agenda whatsapp. In poco tempo – prosegue la 35enne rubierese – ho ricevuto una marea di telefonate, da Reggio e non solo, ricevendo conferme di partecipazione sia dalla nostra provincia che dalle Marche. Tutti gruppi di giovani che sono partiti o partiranno prestissimo per la Romagna".

I volontari raggiungono con mezzi propri i vari punti di ritrovo fissati da VolontariSos. "Pensiamo di ritornare nei prossimi giorni, ma credo che ognuno di noi possa dare il suo contributo, sotto qualunque forma, anche da casa per aiutare queste persone. L’importante è donarsi, in qualche modo. La cosa incredibile – sottolinea Elisa Foroni– è che qui è pieno di ragazzi, anche giovanissimi, tutti con una grinta e una volontà allucinante. La zona che ci è stata affidata l’abbiamo ripulita in pochissimo tempo, con tanta energia, collaborazione e unità d’intenti incredibile".

Una risposta che la gioventù emiliano-romagnola e, a quanto trapela dai social, ben presto di tutta Italia, sta dando a chi la accusa di essere una generazione cresciuta nel benessere, superficiale, più propensa a smanettare con lo smartphone e a sedersi sul divano: "Invece siamo qui, anche con ragazzi di 20 anni – rimarca Paolo Foroni, nella vita di tutti i giorni tecnico informatico, ora trasformatosi in angelo del fango – perché era necessario dare una mano, un dovere aiutare, per puro spirito di solidarietà".

Uno spirito che, venendo al sodo, si chiama anche motivazione: "C’è qualche elemento di verità quando si pensa alle giovani generazioni come pigre -racconta pala in mano Alessandro Righetti, 31 anni, anch’egli tecnico informatico - però se viene data loro l’opportunità di mostrare quello che valgono, uno scopo che, come in questo caso, è di sostegno a persone più sfortunate, i ragazzi rispondono. Andando oltre campanilismi, schieramenti di ogni tipo". Quel desiderio di dare una mano che ha spinto anche Sara Guandalini: "Mi sono iscritta a diversi forum e chat che si occupavano di mobilitare volontari, ma quando Elisa mi ha detto che era pronta a partire, l’ho seguita immediatamente e ben volentieri".