I voti sono una realtà inventata che produce disastri. Li riteniamo pericolosi, perché gli alunni si avvicinano alle materie e allo studio con l’unico scopo di raggiungere la sufficienza. I voti aumentano la paura dell’insuccesso, al contrario, la loro assenza o un uso maggiore della valutazione formativa (quella che informa sul modo di migliorare il proprio lavoro) permetterebbe agli allievi di focalizzarsi sull’apprendimento e sullo sviluppo, e non solo sul confronto con gli altri. L’importante non sono i voti, ma la voglia e il piacere di andare a scuola. Bastano pochi giudizi negativi per far sì che quel numero diventi la nostra identità. Il voto è uno strumento che ormai da tanti anni fa parte della realtà scolastica italiana.
Gli insegnanti danno voti per valutare l’apprendimento, per classificare un comportamento, per motivare l’alunno, premiarlo o punirlo. Con i voti a scuola gli insegnanti esprimono il loro giudizio su quello che colgono, su quello che pensano sia il livello raggiunto dagli allievi rispetto a specifiche discipline. Tuttavia, un singolo voto può rappresentare per lo studente un’esperienza molto intensa, fonte di sofferenza, che porta a un senso d’inadeguatezza. Il voto può dunque nascondere, dietro la facciata più superficiale, un significato molto importante per il senso di sé di una persona, specialmente di un essere umano in costruzione.
Come possono i genitori aiutare i propri figli nello sviluppo di una salda autostima, nonostante i brutti voti? I genitori devono cercare di incoraggiare i propri figli per far meglio a scuola, senza pressarli e infondergli ansia. Inoltre, possono affiancarli nello studio e consentirgli di integrarsi bene con i professori. I ragazzi non devono guardare i voti, perché altrimenti si sentiranno inferiori agli altri, anche studiando. Noi ci accorgiamo che frequentemente il valore di una persona viene valutato solo da un voto preso a scuola, provocando insicurezza negli alunni. Molti genitori vorrebbero figli perfetti, capaci di fare ogni cosa, ma soprattutto con bei voti. I voti non incoraggiano, ma mettono etichette, che le persone possono portarsi dietro e dentro per tanto tempo. La maggior parte degli alunni è terrorizzata dal fatto di prendere un brutto voto, per la paura di essere giudicati o per paura di deludere. Alcuni preferiscono avere come valutazione scolastica un numero, altri invece preferirebbero avere un parere dell’insegnante sugli errori commessi, che comporterebbe inferiore pressione rispetto al numero. Per noi sarebbe meglio che i voti non esistessero, creando così un contesto più leggero e maggiore voglia di imparare. Inoltre, in certi casi influenzano la relazione con i genitori, che spesso non si rendono conto di tutto quello che c’è dietro a un voto.
Simone, Federico, Marty, Lucrezia, Elly, Mark,
Ginny IIC