Il baby-bullo rapinatore finisce in carcere

Il ragazzo, oggi 19enne, dovrà scontare quasi quattro anni per due aggressioni a Parma e Bologna. Devastò anche il minimarket di via Roma

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di Benedetta Salsi

Era pronto a infierire su ragazzi più giovani di lui, sui più deboli. In un caso aveva anche malmenato un ragazzino portatore di una protesi all’anca, che aveva l’unica colpa di passare di lì; lo aveva fatto cadere a terra, picchiato, solo per sfilargli il portafoglio. Non si conoscevano nemmeno. Un bullo dicono gli inquirenti. Forse qualcosa di più.

È così finito in carcere Faruki Chaalali, il 19enne di origine marocchina residente a San Polo, accusato di essere il ’rapinatore bullo’ che ha imperversato negli scorsi mesi in almeno tre province: Bologna, Parma e Reggio Emilia.

Lo hanno trovato agli arresti domiciliari, dove si trovava recluso in seguito alla rissa del 23 luglio scorso in un minimarket fra via Roma e via Filippo Re, in pieno centro storico; un parapiglia dovuto al rifiuto del titolare dell’esercizio commerciale di somministrare a lui e ai gregari bottiglie di alcolici, anche in virtù dell’ordinanza del sindaco che ne vietava la vendita. Da lì la violenza, con il locale distrutto, urla, botte ai dipendenti; una violenza che aveva scatenato il panico in centro.

Ma il 19enne non era nuovo alle forze di polizia. I carabinieri di San Polo d’Enza lo hanno arrestato ieri, dando esecuzione all’ordine di carcerazione emesso dalla procura dei minori di Bologna. Il giovane dovrà scontare quasi 4 anni di reclusione complessivi (3 anni e 10 mesi per la precisione), per un cumulo di pena dovuto a due condanne per rapine aggravate divenute esecutive. La prima era avvenuta a Bologna il 28 settembre 2020 (la sentenza a 2 anni e 6 mesi arrivò il 22 settembre 2021); la seconda a Parma, ai danni di due minorenni, il 20 novembre 2019 (sentenza arrivata il 2 febbraio scorso).

Secondo le ricostruzioni il modus operandi del ’bullo’ e dei suoi gregari era quello di aggredire altri coetanei non tanto per monetizzare, ma per far valere la forza della prepotenza.

Durante la violenza di Parma, Chaalali e gli altri bulli avevano preso di mira due ragazzini che scendevano dal pullman. Il branco, formato da 45 minorenni, li aveva circondati, per poi spingerli, buttarli a terra, picchiarli e derubarli. Uno di loro aveva anche una protesi all’anca, ma non si sono fermati neppure davanti alle sue difficoltà. E gli hanno sfilato il portafoglio. All’altro ragazzino, invece, avevano portato via la maglietta di marca. Anche nella città delle due torri la rapina si era consumata ai danni di due minorenni, sempre con le stesse modalità violente.

Il giovane, raggiunto dai militari nelle scorse ore per l’esecuzione delle condanne, si trovava già agli arresti domiciliari per un’altra rapina, quella del 23 luglio scorso a Reggio, in pieno centro: assieme ad altri suoi giovani amici, nel negozio di alimentari etnico all’angolo fra via Roma e via Filippo Re, avevano scatenato il panico al diniego del titolare di dar loro delle birre a causa dell’ordinanza comunale che vietava la vendita di alcolici; a quel punto andarono su tutte le furie, danneggiarono il negozio rapinando l’esercente. Una vicenda che aveva creato allarme sociale in città. Gli aggressori erano poi stati identificati grazie alle telecamere di videosorveglianza. Nei filmati – analizzati dagli inquirenti – si vedeva uno dei ragazzi sferrare un pugno al gestore del negozio, mentre i quattro (due italiani e due stranieri) rapinavano il negozio portando via diverse bottiglie di birra e caricandole nella loro auto. Poi, per ‘vendetta’, complice anche l’euforia per stato d’ebbrezza, avevano devastano il negozio e le vetrine.

A quel punto gestore e proprietario del locale avevano reagito e ne era nata una vera e propria rissa., con spranghe e cocci di bottiglia. A terra gli investigatori avevano trovato anche tracce di sangue.