
Enzo Codeluppi e la sua compagna Martina Panciroli dietro il bancone del bar Reggio
"Se devo andare a lavorare tutti i giorni per litigare, tanto vale che cambio mestiere". Nelle parole di Enzo Codeluppi, 45 anni, non c’è rabbia, ma forse un po’ di quella amarezza di chi ci ha provato fino in fondo. Il suo bar Reggio di viale Monte San Michele è prossimo alla chiusura. Una decisione presa "a malincuore", ma inevitabile, racconta lui, dopo diverso tempo passato a fronteggiare a degrado, furti, minacce e inciviltà quotidiana. Insomma, un’altra attività del centro storico che si trova costretta ad alzare bandiera bianca.
"La questione è abbastanza semplice – spiega –. Dopo un anno e mezzo di gestione mi sono reso conto che con questi costi non era più proponibile andare avanti, ma soprattutto per la situazione della zona. Io ci credevo davvero, ma tutti i giorni c’è qualcuno che rompe le scatole. Così non ha più senso".
Codeluppi aveva rivelato il bar a gennaio 2024 insieme alla compagna. I primi mesi sembravano promettenti: "Fino ad ottobre dell’anno scorso andava tutto bene. Poi è aumentato il degrado, i tossici stazionavano sempre più spesso davanti al bar, e al pomeriggio non lavoravamo più. Solo la mattina, perché quella gente non si vedeva in giro". Una crisi innescata da una serie di episodi poi diventati quotidiani: "Ogni due per tre provavano a rubare qualcosa. La gente entra, vede certe scene e certi soggetti e non torna più. Se trovi uno sporco, che urla e ti chiede dei soldi in continuazione, è normale che cambi bar".
Nonostante tutto, Codeluppi non punta il dito contro le forze dell’ordine, anzi: "Sono sempre venute immediatamente. A volte le chiamavamo anche sei o sette volte al giorno. Ma anche loro non possono fare molto. Allontanano quelli molesti, ma appena se ne vanno, questi tornano. Nè vita". E ancora: "Ho lavorato in altri bar, ma così non si lavora. Non potevo nemmeno lasciare la mia compagna da sola dieci minuti".
Pure di notte la zona dà tregua. Una volta hanno tentato di sfondare il vetro del locale, messi in fuga dal custode dell’hotel vicino. In un’altra occasione, una ragazza ha cercato di rubare la scatolina delle offerte per i poveri: "Dentro c’erano 40 centesimi. Quando sono in astinenza non si fermano davanti a niente...", commenta l’uomo amareggiato. E per concludere in bellezza, anche l’aumento dei costi ha fatto la sua parte: "Luce, pattume, fornitori. Pure i diritti tv per trasmettere le partite".
Un problema che non sembra avere soluzione "In questa zona ho sempre visto un lento declino ma quest’anno è stato un bagno di sangue. Il centro così rischia di svuotarsi del tutto. Abbandonare le zone in questo modo, come quella vicino alla stazione, significa farle morire".