Reggio Emilia, 27 ottobre 2024 – Arrivato dal Sud a Castelnovo Monti il 20 ottobre 1964, il barbiere Giovanni Bizzarro ha festeggiato nei giorni scorsi i primi 60 anni di una attività che non intende abbandonare, svolta sempre con grande professionalità e soprattutto con passione Negli anni ha instaurato un rapporto di amicizia con una clientela che va dai nonni ai nipoti, il suo negozio in piazza Gramsci si trasforma in un vero salotto.
La storia di Giovanni, a cavallo a due secoli, rappresenta uno spaccato di vita di chi lasciava il Meridione per emigrare al Nord in cerca di lavoro. Un giovane intraprendente come lui, non poteva che finire in un negozio di barbiere, mestiere abbozzato da ragazzino. Allora non era poi tanto difficile assere assunti come aiutanti a Castelnovo, dove c’erano sette negozi, di cui due erano a Felina.
"In estate quando rientravano i nostri emigranti dalle città del Nord, eleganti e con belle macchine, ascoltavo i loro racconti che mi riempivano di curiosità – racconta Giovanni –. Anch’io desideravo andarmene e alla prima occasione l’ho fatto, contro il parere della mia famiglia". "La mia prima esperienza a Savigliano di Cuneo è stata negativa – continua – e dopo 48 ore ero già tornato a casa. Il desiderio di salire al Nord però era rimasto forte in me e non mi sono lasciato sfuggire la seconda occasione: il capo dei vigili del mio paese aveva il fratello, Raffaele, che da anni lavorava nella barberia di Dino Casieri a Castelnovo Monti. Avevano bisogno di ragazzi e mi chiese se volevo andare. Non aspettavo altro, però ho dovuto lottare con mio padre che non era d’accordo".
"Vidi per la prima volta la Pietra e mi sembrò una cosa strana – dice Giovanni – al mio paese avevo lasciato il Castello Normanno. A Castelnovo Monti ho trovato una famiglia che mi ha accolto come un figlio, mi sono trovato subito bene anche con la gente del paese. Ho lavorato diversi anni come dipendente, poi sono partito per il servizio militare convinto che la mia storia con Castelnovo sarebbe finita. Infatti mio padre, convinto che io non avrei mai fatto il contadino e non avrei portato avanti l’attività di famiglia, mi aveva già procurato uno spazio al paese dove avrei dovuto aprire il negozio da barbiere. Prospettiva che segnava il mio destino".
Il destino lo riportò in montagna: "Finito il militare, decido di fare un giro a Castelnovo Monti per salutare definitivamente i miei amici – racconta –. I proprietari del negozio dove ho lavorato prima del militare, erano in difficoltà e mi chiesero di fermarmi qualche giorno per dare loro una mano. Passavano i giorni e io continuavo a mandare avanti il negozio da solo, chiesi loro di vendermi la licenza e così avvenne. Doveva essere una toccata e fuga, invece dopo 60 anni sono ancora qui a fare il mio mestiere".
"A malincuore mio padre dovette cedere – continua – mi comprò la licenza e così cominciai l’attività come proprietario nel 1970 in piazza Peretti dove sono rimasto per diversi anni. Mi sono poi trasferito in piazza Gramsci dove ho acquistato un locale nuovo. Continuo a fare il barbiere con entusiasmo e voglia del ragazzino arrivato qui 60 anni fa, non smetterò mai". "Nel frattempo era diventata importante la storia con Donatella – conclude –. Ci siamo sposati nel 1971, sono nate due figlie che ci hanno regalato quattro nipoti meravigliosi".