Il camionista in carcere. Oggi compare davanti al gip. E i parenti lo difendono

Seconda notte in cella per Francesco Riillo, l’autotrasportatore accusato di omicidio stradale. I familiari innestano il dubbio: "Bisogna vedere se fosse lui alla guida o un operaio della ditta".

Il camionista in carcere. Oggi compare davanti al gip. E i parenti lo difendono
Il camionista in carcere. Oggi compare davanti al gip. E i parenti lo difendono

Ha trascorso una seconda notte in carcere, Francesco Riillo che oggi dovrà comparire davanti al giudice delle indagini preliminari per l’udienza di convalida dell’arresto che non si sa ancora se verrà svolta direttamente alla Pulce oppure al palazzo di giustizia. Sulle spalle del muratore 39enne carichi altrettanto pesanti quanto le tonnellate di ponteggi che a Caprara hanno schiacciato e trafitto i due giovani marocchini Hicham Outtas e Anuar Mastaki. Gli vengono contestati i reati di omicidio stradale e lesioni personali gravissime. Ma su di lui gravano non solo violazioni del codice penale; rientrano nel codice della strada la pirateria (fuga da incidente in caso di omicidio e lesioni), ma anche la guida senza patente, la guida in stato di ebbrezza e l’eccesso di velocità. La responsabilità del furgone Iveco – sarebbe intestato alla madre di Riillo – nell’apocalittico incidente e la sua fuga subito dopo sono un dato di fatto. Le indagini diranno se era il muratore a guidarlo, a quale velocità ed in quale stato psicofisico, dato che l’uomo ha rifiutato di sottoporsi all’alcoltest una volta condotto al pronto soccorso dai carabinieri. Un diniego che – alla luce del fatto che aveva l’alito vinoso ed era assai confuso – a sua volta costituisce un reato. Ma la lista potrebbe allungarsi. Gli incidenti stradali causati da mezzi commerciali per la perdita del carico sono, purtroppo, molto frequenti. Così il Codice della strada ed un paio di decreti definiscono le varie responsabilità del caricatore (che deve assicurarsi che il carico sia in sicurezza), del proprietario della merce e del conducente. Francesco Riillo, originario del Crotonese, è residente in Strada Bassa 33 tra Montecchio e la frazione di Aiola: qui ha sede la sua piccola impresa edile e qui i carabinieri, dopo aver svegliato il muratore, hanno trovato posteggiato e messo sotto sequestro il furgone Iveco privo del carico. Le telecamere Ocr dei varchi della Val d’Enza lo hanno ripreso mentre, con il pianale pieno di ponteggi, passava nella zona del casello autostradale Terre di Canossa e poi, dopo il luogo dello schianto, a Calerno: semi vuoto. Riillo sostiene di non essere stato alla guida; un suo parente ci ha detto "bisogna vedere se guidava lui o l’operaio".

La verità sarà appurata dalle indagini, che proseguono senza sosta per definire i confini della tragica vicenda. Certo è che il muratore era stato fermato varie volte per guida in stato di ebbrezza, tanto che la patente gli era stata sospesa. Ma in seguito ne avrebbe denunciato lo smarrimento, ottenendo un permesso di circolazione temporaneo (come sia riuscito ad averlo è oggetto di un’altra indagine) che in agosto gli era stato ritirato in provincia di Napoli, sempre per guida sotto effetto di alcol.

Francesca Chilloni