
Disegno di Eleonora Burza, classe. III C
Ogni secondo che passa sulla Terra, viene seppellita una quantità di abiti pari ad un camion della spazzatura. È questo il costo nascosto della moda veloce, conosciuta come fast fashion. Cos’è? Perché è così pericolosa per il nostro Pianeta? La fast fashion è un modello di produzione consumista nell’industria dell’abbigliamento che prevede di produrre, vendere e comprare in tempi rapidissimi capi a basso costo di ultima tendenza. Il profitto fa leva sul desiderio dei consumatori di vestirsi ‘trendy’, sostituendo capi passati di moda. La produzione di abbigliamento richiede enormi quantità di risorse naturali, soprattutto acqua ed energia. Questa filiera contribuisce in modo significativo all’emissione di gas serra e quindi al cambiamento climatico.
La produzione di vestiti richiede processi inquinanti, specialmente quando si parla di quantità enormi: la coltivazione intensiva del cotone e l’uso di sostanze chimiche per la colorazione sono i maggiori fattori che danneggiano l’ambiente. In classe si è discusso su come i capi d’abbigliamento, una volta gettati via dai consumatori, vengano smaltiti in modo non corretto, creando ancora più inquinamento. È il caso del Desierto Vestido. Parte tutto dal porto di Iquique, nel Cile settentrionale, dove sono importate tonnellate di vestiti, provenienti da tutto il mondo: ci sono infatti molte agevolazioni fiscali per lo smaltimento in quella zona. Inizialmente vengono smistati in prima, seconda, terza e quarta categoria. I vestiti di prima e seconda categoria vengono rivenduti nel mercato interno o in negozi di abiti usati. Per quanto riguarda i vestiti di terza e quarta categoria la situazione è fuori controllo: vengono scaricati nel deserto di Atacama e spesso bruciati. Stiamo parlando di tonnellate di vestiti spesso sintetici, che provocano inquinamento visivo, atmosferico e del suolo. Ma oltre all’inquinamento globale, anche lo sfruttamento dei lavoratori è un altro problema. Grandi aziende approfittano dei paesi più poveri dove donne, bambini e uomini vengono sfruttati lavorando anche per diciotto ore al giorno, con paghe da fame.
Per fare la differenza bisogna informarsi bene sull’etica di produzione di una determinata azienda, acquistare solo quando necessario e cercare di privilegiare tessuti naturali. La filiera della moda veloce produce tantissimi vestiti, senza rispettare l’ambiente e i lavoratori. Prima di fare shopping esagerati, nel negozio fisico o online, è opportuno chiedersi: l’etica di produzione è stata rispettata? Ho bisogno di tutti questi vestiti? Posso trovare un’alternativa più sostenibile in capi di seconda mano o sistemando quel che ho?
Eleonora Burza e Lisa Aguzzoli, Classe III C