DANIELE PETRONE
Cronaca

Il caso Manifattura San Maurizio. Massari riceve le ’altre’ operaie: "Condizioni lavorative attente"

L’incontro ieri in municipio della delegazione contraria allo sciopero delle colleghe. E il sindaco rilancia la palla all’imprenditore dopo il dietrofront sul Polo della Moda: "Parliamo".

Il summit tra. lavoratori, sindaco Massari e capo di gabinetto Pedroni; a destra, il rendering del polo della Moda e Luigi Maramotti

Il summit tra. lavoratori, sindaco Massari e capo di gabinetto Pedroni; a destra, il rendering del polo della Moda e Luigi Maramotti

"La delegazione ricevuta oggi (ieri, ndr) ci ha rappresentato condizioni lavorative positive, attente e rispettose dei diritti, assai diverse da quelle illustrate dalle colleghe che hanno avviato una vertenza sindacale". Chissà se le dichiarazioni del primo cittadino Marco Massari serviranno a riavvicinarsi a Maramotti. Ieri in Comune, assieme al capo di gabinetto Marco Pedroni, ha ricevuto una delegazione di dipendenti della Manifattura San Maurizio (azienda controllata dal gruppo Max Mara). Si tratta delle rappresentanti di 74 firmatarie che avevano inviato una lettera in difesa della maison e contro lo sciopero messo in atto il 23 maggio scorso, proclamato da circa altrettante dipendenti (su un totale di 220 addette, numeri che dimostrano come la fabbrica sia spaccata in tre con un’altra fetta che si è astenuta dal prendere una decisione) spalleggiate dalla Cgil. "Ci trattano come mucche da mungere", le parole roboanti di denuncia di un terzo delle lavoratrici. Frasi che hanno fatto il giro del mondo, gettando una pesante macchia sulla griffe. Queste stesse operaie erano state ricevute da Massari lo scorso 25 giugno, a pochi giorni dal rogito tra Max Mara e l’imprenditore Giorgio Bosi, proprietario delle ex Fiere, area dove sarebbe dovuta sorgere il ‘Polo della Moda’. Un atto che Maramotti non ha preso bene, per usare un eufemismo, portandolo al clamoroso dietrofront sul maxi progetto proprio nel giorno in cui avrebbe dovuto siglare l’accordo, con un piano attuativo già ceralaccato dall’Amministrazione.

Un investimento ritirato che fa rumore quanto una bomba deflagrata. Anche perché lo stesso Luigi Maramotti, proprietario del fashion group ha sferrato un attacco frontale senza precedenti al municipio, cancellando decenni di ottime relazioni tra le parti. "Ci è assolutamente incomprensibile perché il sindaco non abbia in nessun modo cercato di approfondire la fondatezza dei fatti riportati prima di esprimersi pubblicamente, allineandosi con le affermazioni unilaterali di una singola componente sindacale. Non posso permettere che sia danneggiata la reputazione dell’azienda che ha 75 anni di gloriosa storia".

Primo cittadino che due giorni fa ha cercato di tenere il punto: "È mio dovere ascoltare tutti, mantenendo il dialogo ugualmente con imprenditori e lavoratori. Ma non abbiamo mai avuto dubbi sul progetto del ‘Polo della Moda’ e non ho nulla da rimproverarmi" per poi ammettere: "Ricucire? Le possibilità sono attorno al 20-25%, ad essere ottimisti. Ho provato a chiamare Maramotti, senza però trovare risposta", ha detto.

Anche ieri, nell’incontro con le lavoratrici (che ad onor di cronaca era in programma prima ancora della rottura e quindi non si può rappresentare come tentativo di ‘riparazione’) Massari ha comunque concluso mantenendo un profilo di equilibrio, con una luce di speranza anche per il progetto del ’Polo della Moda’: "Anche a loro ho detto che auspico nel dialogo con i vertici aziendali".

Daniele Petrone