Secondo gli inquirenti, lui sarebbe il custode di un laboratorio adibito al confezionamento della droga a Villa Seta di Cadelbosco, al piano terra di un casolare in via Ponte Forca, dove nella notte tra domenica e lunedì i carabinieri hanno scoperto quasi 25 chili di cocaina. Ma il 62enne Sadok Ben Tijani Ben Mansour, di origine tunisina, arrestato dopo essere stato trovato dentro l’abitazione, ieri ha negato gli addebiti durante l’udienza di convalida davanti al giudice Andrea Rat: "Abito in quella casa da 18 giorni – ha detto –. Io dormivo al piano di sopra, non sapevo nulla del laboratorio che c’era sotto: per andare nella stanza dove riposavo non dovevo passare da quel locale". La scoperta dell’ingente quantità di droga, come anticipato dal Carlino, è avvenuta mentre gli uomini dell’Arma stavano vigilando sulle abitazioni di Villa Seta invase dall’acqua a causa del maltempo, per dissuadere gli ‘sciacalli’. Mentre i militari erano impegnati nei controlli per scoraggiare i furti, hanno notato in via Ponte Forca un’auto con le luci accese, vicino a un podere, di notte. Di fronte a questa situazione sospetta, soprattutto considerando i problemi vissuti in questi giorni dovuti agli allagamenti, gli uomini dell’Arma hanno chiesto informazioni a un uomo che era a bordo della macchina. Quest’ultimo si è giustificato dicendo che stava aspettando un amico e poi si è allontanato a piedi. Immaginando che fosse in atto un furto in casa, è stata chiamata una pattuglia di rinforzo, per verificare se vi fosse un complice.
All’operazione hanno lavorato i carabinieri di Guastalla e Cadelbosco: a un certo punto i militari hanno deciso di entrare nel casolare, scoprendo che non c’erano ladri, ma un laboratorio con attrezzature per ‘tagliare’ e preparare la droga, contanti e la cocaina che appariva in fase di confezionamento in panetti (per l’esattezza 24,44 kg lordi). Al piano di sopra c’era il tunisino che stava dormendo: i carabinieri di Guastalla lo hanno arrestato in flagranza per l’ipotesi di detenzione di droga – in concorso con altri – destinata alla cessione a terzi, con l’aggravante dell’ingente quantità. In tribunale Ben Mansour, assistito dall’avvocato Giuseppe Caldarola, ha risposto alle domande. Da quanto emerge, non ha precedenti se non una violazione datata a un ordine del questore. Ha detto che "lavora da molti anni come muratore in ‘nero’ da 40 anni". Il pm Denise Panoutsopoulos ha chiesto la custodia cautelare in carcere; il difensore, invece, una misura più lieve. Il gip ha convalidato l’arresto e disposto il carcere. Sono in corso accertamenti per verificare gli anelli della catena dello spaccio e altri eventuali coinvolti: è al vaglio una pista investigativa che contempla il presunto coinvolgimento di calabresi e albanesi. Non si escludono approfondimenti anche da parte della Dda.