Il condannato è fallito, niente risarcimento per la famiglia

Reggio Emilia, danno e beffa per i parenti di un uomo morto in un infortunio

I figli e la moglie della vittima

I figli e la moglie della vittima

Guastalla (Reggio Emilia), 11 aprile 2021 - Secondo sentenze giudiziarie sarebbero destinatari di un risarcimento milionario, ma per il fallimento del condannato non possono riscuotere nulla. E, beffa nella beffa, sono chiamati a versare circa settantamila euro per spese legali da versare agli imputati che sono stati prosciolto nel processo d’appello. Si tratta della vicenda dell’infortunio sul lavoro costato la vita ad Abdelaziz Haddaji, avvenuto a Poviglio alla fine dell’ottobre 2006. Un dramma che si era verificato quasi quindici anni fa in un cantiere a San Sisto, dove Haddaj lavorava in quel periodo e dove venne schiacciato muro perimetrale che gli era crollato addosso durante le operazioni di demolizione di un vecchio stabile, che sarebbe poi stato ricostruito successivamente. La vittima, che si era stabilita in una casa in centro a Guastalla, aveva da poco avviato una partita Iva come artigiano edile, ma al momento dell’infortunio era di fatto alle dipendenze di un’impresa. L

e prime indagini della Medicina del lavoro dell’Azienda Usl, i cui tecnici erano intervenuti per accertamenti, ipotizzarono un concorso di responsabilità tra i soggetti che operavano in quel cantiere. Ma alla fine emerse un solo imputato, il titolare dell’impresa incaricata dei lavori, con il processo concluso con la condanna a una pena pecuniaria. Nel 2010 la vedova, Chedhlia Jday, anche per conto dei suoi due giovani figli, intentò una causa per ottenere un risarcimento per i danni morali derivati dalla morte del coniuge e padre dei figli minori. Una causa dall’iter travagliato, conclusa nel 2017, quando il giudice istruttore del tribunale reggiano ha accolto la domanda risarcitoria solo a carico del titolare dell’impresa edile, nel frattempo dichiarato fallito anche personalmente. In primo grado era stato disposto un versamento di 327 mila euro a favore di ognuno degli eredi (moglie e due figli), oltre a spese legali per 33 mila euro, dichiarando non responsabili gli altri soggetti citati in giudizio, ma compensando le spese legali disposte in loro favore.

“Essendo il condannato diventato nullatenente – dicono ora i familiari di Abdelaziz Haddaji – non abbiamo potuto ottenere nulla, visto che il debitore non aveva intestato alcun bene. Allo stesso tempo, in seguito all’appello della sentenza di primo grado, non solo ha confermato le precedenti assoluzioni, ma ci ha condannati al pagamento delle spese legali, per una somma di quasi settantamila euro. Per noi la giustizia si è manifestata non solo molto lenta, ma anche profondamente ingiusta”.