
"Ci tengo soprattutto a ringraziare le persone offese da queste aggressioni, perché hanno creduto nelle istituzioni e nella autorità giudiziaria". Sono le parole che la la sostituta procuratore Piera Cristina Giannusa, ha riservato alle donne rimaste vittime delle violenze sessuali al parco del Crostolo. "Nonostante la brutalità dell’evento che le aveva coinvolte – ha aggiunto – si sono sempre prestate e rapportate con la massima collaborazione. Ci hanno permesso di elaborare un identikit, si sono sottoposte ogni volta a effettuare riconoscimenti. Questo risultato lo abbiamo ottenuto anche grazie alla loro collaborazione".
Anche il dirigente della Squadra Mobile Guglielmo Battisti ha sottlineato "la massima collaborazione dimostrata anche in tempi recentissimi, nel fornire elementi alle indagini, rivivendo anche più volte il trauma subito". Ora "speriamo di poter dare sollievo a queste donne che adesso sanno che quando usciranno di casa non incontreranno più il presunto autore delle aggressioni nei loro confronti" ha detto.
La modalità in cui l’aggressore agiva era sempre la stessa: dopo essersi appostato fermava le vittime con una scusa, come se dovesse chiedere loro qualcosa, poi le cingeva forte con le braccia in modo da immobilizzarle e le portava lontano dal percorso pedonale. Tutto questo in uno dei parchi più frequentati della città, noto appunto per chi vuole fare jogging o passeggiate. Durante le indagini, il percorso interessato dalle aggressioni era stato esaminato in ogni angolo, anche dall’alto tramite il drone della polizia provinciale. Al contempo queste quattro donne, ogni volta che veniva loro richiesto, hanno proceduto al riconoscimento di quello che poteva essere il loro aggressore.
"Il ’sistema sicurezza’ – ha aggiunto il questore di Reggio Emilia, Giuseppe Maggese – ha funzionato in maniera egregia: le attività non si sono mai fermate per fare luce su fatti che avevano fortemente impressionato l’opinione pubblica, configurandosi come un’aggressione all’intimità della collettività veramente molto grave". Quello che dovrebbe arrivare presto a Reggio non è solo il presunto autore di quelle quattro violenze, è "una persona assolutamente pericolosa che, se non fosse stato fermato, avrebbe continuato a commettere reati predatori di natura sessuale" ha concluso il procuratore capo di Reggio Emilia, Calogero Gaetano Paci.
g.ben.