Il corteo silenzioso saluta la panchina di Cecilia

Più di duecento persone ieri hanno sfilato fino al parco dove è stato trova il cadavere della peruviana. Non Una di Meno: "E’ stata lasciata sola"

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Un corteo silenzioso di circa duecento persone ha attraversato il quartiere Mirabello fino alla panchina nel parco dell’ex Polveriera dove è stato trovato il corpo di Cecilia Hazana, 34 anni peruviana uccisa dal suo ex, Mirko Genco, 24 anni, nella notte tra venerdì e sabato. Presenti molti esponenti politici, dal sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi ai suoi assessori Carlotta Bonvicini, Lanfranco De Franco, Mariafrancesca Sidoli e Annalisa Rabitti. C’era il deputato Andrea Rossi, il sindaco di Rubiera Emanuele Cavallaro e la collega di Novellara, investita pochi mesi fa dalla tragedia di Saman Abbas, Elena Carletti. C’era anche Cinzia Rubertelli, esponente di Coalizione civica e amica di Giuliana Reggio, madre di Jessica Filianti, morta nel 1996 a poca distanza da lì. Un corteo organizzato dal movimento Non Una di Meno, assieme a Nondasola e Donne in Nero. Ed è proprio Carla, di Non Una di Meno che, a ventiquattro dall’atroce delitto di cui è rimasta vittima Cecilia Hazana, fa presente come "ancora una volta siamo di fronte ad un delitto annunciato. All’ennesimo tentativo, finito nel sangue, di far vedere la superiorità fisica, la prevaricazione, dell’uomo nei confronti della donna. Una forma di violenza questa che ormai appare endemica nella nostra società. Quasi silenziosamente tollerata nella quotidianità".

E’ un messaggio politico e sociale quello che viene lanciato da Non Una di Meno, un movimento sempre al fronte per quanto riguarda la tutela dei così detti soggetti deboli: "Cecilia è stata lasciata sola. Non è stata protetta, quando era evidente come vi fosse la necessità, invece, di ergere tutti gli strumenti presenti nella nostra legge e nella nostra società - prosegue Carla - La violenza sulle donne è una piaga di questo Paese in costante aggravamento. Bisogna lavorare sulla cultura delle persone e sull’applicazione rigorosa ed inflessibile delle leggi. Che ci sono".

"Soprattutto - conclude la rappresentante di Non Una di Meno - vanno potenziati i centri anti violenza. Luoghi dove le donne maltrattate devono trovare riparo, protezione e la possibilità di riprendere un percorso virtuoso. Invece sono in difficoltà. Anche su questo, bisogna invertire il trend".