"Il disastro nelle Marche e la penuria idrica qui sono eventi collegati"

Il climatologo Pasini: "Abituiamoci a eventi così, il clima è ormai rovinato. Dobbiamo proteggerci"

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"Dobbiamo abituarci a eventi meteorologici estremi, che saranno frequenti anche nei prossimi decenni. La situazione è tale che non si può più tornare indietro. Occorre impegnarsi, a livello globale, almeno per non peggiorare la realtà". Parole del dottor Antonello Pasini, ricercatore del Cnr e climatologo noto a livello internazionale, intervenuto ieri mattina al convegno ’La grande sete’, ospitato al teatro Sociale di Gualtieri. "La siccità e gli eventi estremi, come quanto avvenuto nelle Marche nei giorni scorsi, sono due facce della stessa medaglia, ovvero il riscaldamento globale. In Italia siamo sempre più abituati ad avere forti anticicloni africani che riscaldano il suolo ma soprattutto il mare. Quando questi anticicloni si ritirano, entrano in gioco correnti più fredde che provocano un evidente contrasto termico, con il mare caldo che fornisce all’atmosfera molta energia, la stessa che poi si scarica sui territori attraverso eventi meteo molto violenti. Quello che abbiamo visto nelle Marche, ma anche altrove nel recente passato, ne sono una chiara dimostrazione". Un occhio di riguardo andrebbe dedicato alla prevenzione, di cui si parla troppo spesso solo dopo drammi e tragedie: "Ci sono due cose da fare. Innanzitutto è necessario adattarsi a questi fenomeni, rendendo il nostro territorio meno fragile e impegnandoci per limitare lo spreco di acqua. Il clima è ormai a un livello che non possiamo tornare indietro, neppure volendolo. E poi dobbiamo evitare gli scenari peggiori, come il rischio di veder scomparire il 90% dei nostri ghiacciai italiani. Andrebbero perse le risorse idriche per la Pianura padana. Come fare? Diminuendo le nostre emissioni di gas serra, fino ad azzerarle".

a.le.