Il dolore di Iva Zanicchi: è morto il fratello

Antonio soffriva anche di problemi cardiaci e si spento all’ospedale di Vimercate: avrebbe compiuto 77 anni tra pochi giorni

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di Luciano Manzotti

Grave e dolorosissimo lutto in casa di Iva Zanicchi. Ieri, a causa di complicazioni cardiache, presso l’ ospedale di Vimercate ( Monza e Brianza) è decedutoi il fratello Antonio (nella foto a fianco e, a destra, inuna recente immagine con Iva) che, come gran parte della famiglia ha avuto problemi con il Covid a causa di una cresima, come rivelato dalla stessa cantante che ieri gli ha dedicato un ultimo, tenero, saluto su Instagram: "Ti ho amato come un figlio".

Una pagina drammatica nella storia dell’ amatissima “aquila di Ligonchio”che – proprio nei giorni scorsi- era stata ricoverata in quella stessa struttura per avere contratto il Covid-19 che le aveva causato una forte polmonite bilaterale. Da vera combattente, la star reggiana è riuscita a sconfiggere quel male oscuro che sta attanagliano l’intero Pianeta, lasciando l’ospedale dov’era stata ricoverata, ringraziando medici e infermieri, asserendo “Non sono eroi, sono dei grandi professionisti. Persone dalla grande umanità. Anzi, degli angeli”. Una volta rientrata a casa, aveva annunciato di voler donare il plasma a fini scientifici.

Un altro evento drammatico, però,le ha tolto nuovamente il sorriso. E per ovvie ragioni, che riguardano i protocolli di contenimento della pandemia, non ha potuto abbracciare per l’ultima volta il fratello, al quale è sempre stata legatissima. Dopo Mariarosa, Viria e Iva,il 30 novembre del 1943 (tre anni dopo la nascita della cantante) nacque Antonio. Una famiglia elevatissima, quella degli Zanicchi. Una storia quasi da leggenda che la cantante di Ligonchio ha celebrato con grande affetto nella sua autobiografia “Nata di luna buona”( Rizzoli).

Antonio, dopo essere stato per molto tempo, impiegato all’Enel, aveva abbracciato la sua vena artistica. Un’infatuazione avvenuta alle soglie dei trent’anni, quando ha scoperto il mondo della pittura. Traendo ispirazione dagli impressionisti, “ forse perché, i vividi colori ed i giochi di luce, mi ricordano il mio paese”, raccontava lui, dopo essersi dilettato nell’uso della matita e del carboncino, passò velocemente all’utilizzo di altre tecniche, come la tempera, la cera e l’olio . Venne definito un pittore “eclettico e genuino” e fra i suoi dipinti, apparsi anche in alcune mostre personali, presso la sua Ligonchio,apparivano spesso nature morte e ritratti particolarmente espressivi. Da molti anni, aveva lasciato i suoi monti per andare a vivere a pochi chilometri da Milano, non molto distante dalla celebre sorella. A Ligonchio, dove oggi gli amici di sempre, lo ricordano come “ un uomo generoso, un artista”, tornava spesso nella casa di famiglia.

Lascia tre figli: Sabrina, Cristiano e Sara. Anche a Reggio, sono molte le testimonianze di affetto e di cordoglio per la grandissima Iva. Dalla collega Orietta Berti, al manager Franco Pulvirenti, alle amiche storiche Ines e Lina Costi. Il Santo Rosario verrà recitato questa sera presso la chiesa di Ligonchio, mentre i funerali si svolgeranno domani.