"Il formaggio di Catellani si confonde con la Dop"

Parmigiano Reggiano, il Consorzio replica al produttore di ’Vacche Rosse razza reggiana’

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"Il Consorzio del Parmigiano Reggiano non ha certamente chiesto a Catellani di interrompere la produzione del proprio formaggio. Si è solo limitato a richiedere la modifica di quei profili che ritenevamo in contrasto con la Dop (fasce marchianti ingannevolievocative, confezionietichettatura e informazione al consumatore). Ma vista l’impossibilità di trovare una soluzione, ci siamo trovati costretti a dare avvio a un’azione civile". L’ente di garanzia del ‘Re dei formaggi’ replica così a Luciano Catellani, 62enne imprenditore che attraverso le pagine del Carlino aveva denunciato l’accanimento del Consorzio nei suoi confronti – lui produttore di un formaggio a pasta dura denominato ‘Vacche Rosse razza reggiana’ – che porterà entrambe le parti davanti a un giudice per una sentenza prevista nel 2023. Catellani, che ha iniziato a commerciare il ‘razza reggiana’ nel 2016 (arrivando ora a vendere circa 1.000 forme annue) aveva sottolineato come il Consorzio gli avesse chiesto di interrompere la produzione, o di cedere gratuitamente la propria ricetta. Ma l’ente regolatore smentisce questa versione. Rilanciando il nodo della questione. Ovvero la salvaguardia del Parmigiano Reggiano stesso da possibili (e presunte) storpiature.

"Catellani è naturalmente libero di produrre un formaggio di latte vaccino a pasta dura – prosegue il Consorzio guidato da Nicola Bertinelli (foto), nella nota inviata al Carlino -. Da parte nostra però abbiamo il dovere di valutare se certi comportamenti, quali l’uso di certi nomi e l’apparenza di certi prodotti, siano tali da vulnerare la Dop Parmigiano Reggiano sulla base della normativa dell’Unione Europea e delle decisioni della Corte di giustizia in materia. E qualora ci siano tali comportamenti, siamo tenuti ad agire, come accaduto nel caso interessato".

Catellani aveva ribadito di aver depositato il proprio brevetto nel 1991. Fino al 2012 era presidente del Consorzio ‘Vacche Rosse’, tuttora facente parte della filiera produttiva del Parmigiano Reggiano. Ma dopo esserne uscito ("I produttori non rispettavano gli standard di qualità che io stesso avevo brevettato" la stoccata del 62enne) aveva deciso di vendere in autonomia il ‘razza reggiana’, staccandosi da qualsiasi dicitura legata al Parmigiano Reggiano.

Anche se inevitabilmente a un occhio meno esperto, il formaggio a pasta dura prodotto è (nella forma) assolutamente comparabile. Seppur cottura, vacche, mangime utilizzato e sapore siano diversi, come ribadito dallo stesso Catellani.

"Il Consorzio ha seguito lo stesso identico comportamento adottato in casi precedenti e futuri, legati ai principi generali che da sempre lo guidano; nei confronti di Catellani non è stato seguito nessun atteggiamento personalistico di ostilità o di accanimento – la chiosa dell’ente che racchiude oltre 300 caseifici -. Semplicemente è solo nostro preciso compito intervenire nei confronti di tutti quei prodotti similari che, seppur talvolta di comprovata qualità, possano generare confusione nell’acquirente e indurlo a scelte erronee".

ste. c.