Il futuro della Goldoni Il primo marzo nuovo vertice sul salvataggio dei posti di lavoro

E’ fissato il primo marzo un nuovo incontro alla sede della Regione, a Bologna, sul futuro dell’ex Goldoni di Migliarina di Carpi, al confine con Rio Saliceto.

Si tratta di un incontro per cercare di far fronte agli esuberi previsti dall’operazione di acquisizione della storica società di meccanica agricola da parte della azienda belga Keestrack, che prevede il reintegro di 110 dipendenti sui circa 180 ora in forza all’azienda.

Ieri in Regione si è svolto un tavolo di confronto sulla salvaguardia occupazionale dell’azienda, a cui ha preso parte anche Roberto Lopes, amministratore delegato di Keestrack, la società intenzionata ad acquisire l’ex Goldoni e il suo marchio alla presentazione delle offerte fissato per i primi giorni di marzo.

Per l’occasione è stato presentato il piano industriale, che alle istituzioni e ai sindacati appare come "un progetto serio che apre prospettive importanti", con una completa disponibilità della multinazionale belga a seguire l’evoluzione del piano industriale verso la massima soddisfazione in termini di salvaguardia dei posti di lavoro.

All’incontro presenti pure il sindaco di Rio Saliceto, Lucio Malavasi, il suo collega di Carpi, l’assessore regionale Vincenzo Colla.

Per gli esuberi – come già riportato nei giorni scorsi dal Carlino – si cercherà di far fronte con ulteriore cassa integrazione straordinaria, ricollocamenti in altre aziende e a prepensionamenti. Intanto, la presentazione delle offerte per l’acquisizione dell’azienda è fissata entro le 12 del 3 marzo, con base d’asta di 9,5 milioni di euro. Le buste delle offerte saranno aperte il giorno successivo.

A inizio anno il Tribunale di Modena ha chiesto alla proprietà della Goldoni di presentare la documentazione con le garanzie richieste, ovvero la cessione da Arbos a Goldoni di marchio e proprietà intellettuali e lettera di Lovol che impegna la stessa a versare tre milioni di euro entro trenta giorni dall’omologa del concordato.

Antonio Lecci