Il gip dice no a misure cautelari per Scarfone

Il difensore: "Prima crepa nell’impianto accusatorio. La bici in regalo? Era usata"

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L’imprenditore scandianese Lorenzo Scarfone – che nelle ipotesi accusatorie svolse il ruolo di mediatore tra Pietro Ragni e in fornitore di mascherine, il trentino Paolo Paris – respinge ogni addebito.

"Ci difenderemo nelle sedi opportune – premette il difensore, l’avvocato Enrico Fontana del Foro di Modena – ma mi preme sottolineare che Scarfone ha operato entro i limiti della legalità, pagando le imposte su tutte le operazioni che l’hanno visto coinvolto: quindi non esistono nemmeno problemi di natura fiscale".

La procura di Reggio aveva chiesto misure cautelari anche per lo scandianese, misure che il gip ha respinto.

"Una richiesta – commenta l’avvocato Fontana – che ci ha lasciato esterrefatti. L’episodio che viene contestato risale a mo molto tempo fa, si colloca nel pieno dell’emergenza Covid. La circostanza che il giudice abbia respinto la richiesta della procura rappresenta certamente una prima crepa nell’impianto accusatorio".

L’avvocato – che il 22 giugno sarà in udienza davanti al Riesame – parla della famosa bicicletta elettrica che Lorenzo Scarfone regalò a Pietro Ragni, finita nell’inchiesta come merce di scambio per l’appalto.

"La bicicletta non c’entra niente, è addirittura antecedente all’appalto", ribadisce il legale. "E’ un regalo pensato e fatto d’accordo con altre persone a un vecchio amico di famiglia per il suo approdo in pensione. Una bicicletta usata. E se faccio una corruzione milionaria non vado a regalare una bicicletta usata".