Il Giro d’Italia tra rocche e castelli Le nostre bellezze nella vetrina rosa

Domani il via da Scandiano, per la prima volta sede di tappa. Poi su verso Civago, tra storia e natura

Il Giro d’Italia tra rocche e castelli  Le nostre bellezze nella vetrina rosa

Il Giro d’Italia tra rocche e castelli Le nostre bellezze nella vetrina rosa

di Angelo

Costa

Non una semplice corsa di ciclismo: il Giro è anche un’ottima vetrina del territorio. Se ne accorgerà Scandiano, che domani per la prima volta nella storia sarà sede di tappa, lo scoprirà anche la fetta di provincia che la gara attraverserà nella sua prima parte, per quasi 70 chilometri, salendo verso il Passo delle Radici. Sperando che il meteo non ci metta lo zampino come due anni fa: nella Piacenza-Sestola, pioggia e nebbia impedirono agli elicotteri di alzarsi in volo e mostrare al mondo i castelli di Matilde fra Canossa e Carpineti, accanto ai quali la tappa transitava.

Di bellezza ce n’è tanta anche fra la città del Boiardo e l’Appennino: magari i ciclisti non ci faranno troppo caso, ma pedaleranno fra natura e storia, come capita quotidianamente nell’evento più popolare del Paese. Lo faranno fin da Scandiano, dove il gruppo nelle fasi iniziali della tappa (alle 12 circa) attraverserà le vie del centro storico, passando dalla Rocca e da casa Spallanzani prima di raggiungere il chilometro zero, a Mazzalasino. In tutto i corridori percorreranno 6,5 chilometri, che non verranno conteggiati nel percorso della gara.

Da li si comincerà presto a salire, passando da Viano e salendo verso Baiso dalla fondovalle: è il versante più duro, lo stesso che è stato percorso in senso inverso nel Giro del 2001, quando la tappa proveniente dalla Toscana si concluse a Reggio nella piazza dei Teatri. In quella discesa si registrò la caduta senza conseguenze del compianto Marco Pantani per colpa di una borraccia persa da un altro corridore che gli finì sotto le ruote. Uscendo da Baiso, si sfiorerà Castagneto, sede del museo all’aperto dello scultore Vasco Montecchi, poi sulla strada di Carpineti si potrà dare un’occhiata dall’alto alla chiesa di Sant’Agata di Poiago, altro gioiellino del territorio matildico che risale al secolo XIV.

Lasciato sulla sinistra il castello di Carpineti, che dal lato reggiano incombe con discrezione sul paese, la tappa proseguirà verso Felina, poi scenderà a Gatta e ricomincerà a salire verso Villa Minozzo: qui sfiorerà la spettacolare Cascata del Golfarone, non visibile dalla strada, e toccherà Cervarolo, dove si ricorda l’eccidio. Prima di raggiungere Civago e lasciare la nostra provincia (poco dopo le 14 circa), il Giro transiterà accanto alla Torre dell’Amorotto.

Su questo stesso percorso da vent’anni si celebra un rito, il Casone Memorial Aguz: un gruppo di amici scandianesi raggiunge il Passo delle Radici nel ricordo di Massimo Crovetti, al secolo Agata, appassionato scomparso a 49 anni. La maggior parte in bici, altri al seguito con lo scooter, altri con la famiglia in auto, tutti si ritrovano per pranzare insieme nel nome di Aguz. Al quale è dedicato anche un libro cult, intitolato ‘39x25’, 39 salite nel raggio di 25 chilometri da Scandiano, interamente pedalato e realizzato da Aldo Magnani, i cui proventi sono per beneficenza.