Il grido della ristorazione collettiva: "Non lasciateci soli, servono norme"

Il summit al Cirfood district. Nasi: "Revisionare codice degli appalti". Il Ministero: "Ci stiamo lavorando"

Il grido della ristorazione collettiva: "Non lasciateci soli, servono norme"

Il summit al Cirfood district. Nasi: "Revisionare codice degli appalti". Il Ministero: "Ci stiamo lavorando"

"La ristorazione collettiva è un settore strategico per il paese, ma certi temi non si possono più rimandare se la si vuole tenere in equilibrio, non possiamo essere lasciati soli". Chiara Nasi, presidente di Cirfood, parla forte e chiaro al secondo ‘Summit della ristorazione collettiva’, tenutosi nel district della cooperativa reggiana, organizzato in occasione della giornata mondiale dell’alimentazione. Sara Teghini aveva aperto presentando la ricerca di Nomisma per l’Osservatorio Ristorazione collettiva e Nutrizione (Oricon): "Il settore nel 2022 occupava 100mila addetti a larga prevalenza femminile, preparando 750 milioni di pasti all’anno con 9 milioni di consumatori per 4,1 miliardi di ricavi". La singola Cirfood nel 2023 ha avuto ricavi per 619 milioni a fronte di 20 di investimenti, gestendo 1.700 cucine e 7mila clienti per 100 milioni di pasti totali e 12mila persone servite; l’87% dei dipendenti sono donne e il 90% a tempo indeterminato. Per il legame tra la ristorazione collettiva e i servizi pubblici, il settore risente moltissimo del Codice degli appalti e soprattutto dei ‘Cam’, i Criteri ambientali minimi, decisivi nell’assegnazione dei bandi. Se n’è parlato nel primo tavolo, intitolato ‘Una revisione necessaria’: "Sono entrati in vigore – ha spiegato Anna Flisi manager di Cirfood – nel 2020 per premiare il basso impatto ambientale, i prodotti biologici a chilometro zero e con una filiera corta alle spalle. Tuttavia non hanno un’interpretazione chiara e fanno proliferare i documenti richiesti, per cui le piccole imprese non hanno interessi né mezzi a strutturarsi". Aldo Bertazzoli di UniBo ha raccontato le difficoltà di approvvigionamento ortofrutticolo imposte dai Cam che, imponendo vincoli talvolta impossibili da osservare, "non tengono abbastanza conto della complessità organizzativa della produzione agricola".

Paola Elpidi, Manager Certificazioni Fos, ha fatto lo stesso per il settore ittico. Fabio Broglia, del gruppo Pellegrini, crede che i Cam portino "tanta sabbia nell’ingranaggio della ristorazione collettiva, in equilibrio fra efficienza economica, sicurezza alimentare e continuità delle forniture. Premiano le microimprese, che rappresentano rischi enormi per le aziende di ristorazione collettiva". In videocollegamento, il sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Federico Freni ha assicurato: "Il settore della ristorazione collettiva richiede, oggi più che mai, la nostra attenzione, per l’altissimo valore che ricopre, ad esempio per l’occupazione femminile, in termini di equilibrio vita privata-lavoro, e per il contributo che genera a favore del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità grazie agli alti standard che garantisce. Tuttavia, il settore soffre di un problema endemico rappresentato dai ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione. Un tema su cui stiamo lavorando".

Tommaso Vezzani