Il gup lo manda a processo "Fu lui a dargli il metadone"

Un quarantenne venne trovato privo di vita, causa overodose, nel luglio del 2020. Rinviato a giudizio un uomo di 52 anni. La difesa: "Non c’è prova della cessione"

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Un uomo di 52 anni, residente a Correggio, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di morte come conseguenza di altro reato. Secondo la Procura, avrebbe ceduto metadone a un pakistano: la sostanza, mescolata ad altre, ne avrebbe causato il decesso. Il giovane, che aveva 40 anni, era stato trovato privo di vita nel letto di una casa a Guastalla: da quanto ricostruito, è venuto a mancare nella notte tra il 10 e l’11 luglio 2020.

In base all’autopsia, la morte era sopraggiunta per insufficienza respiratoria acuta e irreversibile, dovuta a un’intossicazione da sostanze stupefacenti.

Davanti al gup Luca Ramponi, ieri il pm Marco Marano ha chiesto che il 52enne andasse a processo.

L’avvocato Salvatore Giunta si è opposto, chiedendo il non luogo a procedere: la difesa sostiene infatti che non vi sia prova della cessione del metadone, e neppure del collegamento con la morte del pakistano. L’imputato si trova a piede libero. Le indagini erano state svolte dai carabinieri: secondo la ricostruzione investigativa, il 52enne avrebbe dato al pakistano una boccetta da 150 millilitri di metadone, che il giorno prima il Sert gli aveva dispensato come terapia domiciliare bisettimanale, oltre ad almeno una dose di cocaina.

Gli uomini dell’Arma avevano acquisito sia flacone sia i messaggi trovati sul telefonino del 40enne scomparso. I parenti della vittima non si sono al momento costituiti parte civile: il 40enne ha lasciato i genitori, un fratello e una sorella. All’esito della discussione, il gup ha fissato l’inizio del rito ordinario tra un anno.

Alessandra Codeluppi