
Il lavoro, dilemma infinito. Con qualche margine di speranza. Al culmine della quattro giorni di Nobilita, il festival ideato da...
Il lavoro, dilemma infinito. Con qualche margine di speranza. Al culmine della quattro giorni di Nobilita, il festival ideato da ’Fior Di Risorse’ e ‘Senza Filtro’, una certezza c’è: non siamo stati capaci di sviluppare un modello di riferimento nuovo, per le occupazioni professionali, ma ci riferiamo sempre a quello industriale, "quando siamo in piena epoca post industriale", dichiara Giulio Gambino, direttore di The Post internazionale, a una platea attenta al centro Malaguzzi. Interpretando il pensiero del compianto Domenico De Masi, che diceva "ognuno di noi rincorre qualcosa che chiama felicità", Gambino riporta un assunto caro al sociologo: "È nel mutamento che le cose si riposano". Lo diceva Eraclito, quando asseriva che la natura dell’uomo è il mutamento, e che quindi egli si riposa molto di più mutando". Ma che animale è, questo festival? Frediano Finucci lo chiede a sindaco Marco Massari e vicesindaco Lanfranco de Franco: "Vedo molta creatività. Vale la pena lavorare insieme per coinvolgere la città a tutti i livelli", le parole del primo cittadino, a cui il vice aggiunge "Siamo a disposizione per diventare una casa fissa di questo festival". Parole che fanno da eco a Osvaldo Danzi, tra gli ideatori: "Abbiamo proprio scelto Reggio perché è la città, insieme alla regione, dove c’è tutta la rappresentanza del lavoro, ci si parla e c’è condivisione". Che ci sia ancora tanto da fare, però, è sotto gli occhi di tutti, incalza Gambino, rievocando i suoi dialoghi con De Masi: "Prof, percepisci la grande frustrazione dei giovani riguardo presente e futuro? Da lì iniziavamo a conversare. De Masi lo definiva un ozio creativo, propedeutico alla concretezza, quando affermava che se vogliamo recuperare il senso smarrito delle cose, del lavoro, dobbiamo affidare alla cultura la ricostruzione del nostro senso". Un avocare a noi la cultura, che non può essere affidata alle macchine. È l’uomo a dover diventare creativo. In questo sta l’opportunità unica di disalienarlo. "L’occupazione è alta, i tassi crescono ma le persone sono infelici", è una delle istanze emerse nel festival, insieme a un lavoro che chiede di tornare a essere pagato, rispettato e amato. Lavoriamo tantissimo, guadagniamo poco e non viviamo abbastanza la famiglia. Siamo invasi da beni immateriali, che hanno creato dei beni fluidi, provocando grande smarrimento nelle persone. Un sano riappropriarsi di noi stessi è offerto dall’agricoltore–attore Andrea Gherpelli, fra i protagonisti questi giorni, che ci ha insegnato a coltivare le farine antiche. Tenendo a mente l’avvertimento di Marco Esposito, autore di ‘Vuoto a perdere. Il collasso demografico’: "La questione demografica vale l’11% del Pil del Paese, ha detto governatore della Banca d’Italia Panetta. Abbiamo un problema enorme e facciamo finta di niente. In questo Paese mancano i genitori".
Lara Maria Ferrari