GIULIA BENEVENTI
Cronaca

Il mostro del parco. Arrestato in Francia: "Violentò quattro donne. C’è la prova del Dna"

Identificato il presunto autore delle aggressioni avvenute nel 2021. Tutti gli agguati furono a distanza ravvicinata, lungo il fiume Crostolo. Il procuratore Paci: "Soggetto molto pericoloso. A breve l’estradizione". .

Il mostro del parco. Arrestato in Francia: "Violentò quattro donne. C’è la prova del Dna"

Il mostro del parco. Arrestato in Francia: "Violentò quattro donne. C’è la prova del Dna"

Ha violentato quattro donne, ogni aggressione a distanza di pochi giorni dall’altra, e sembrava essersi volatilizzato nel nulla. A non lasciare più scampo al molestatore che tra marzo e aprile 2021 ha seminato il panico al parco del Crostolo, sono state le stesse tracce di Dna riscontrate sugli indumenti delle quattro giovani donne, una delle quali al tempo aveva 17 anni. I campioni hanno trovato piena corrispondenza con quelli prelevati da un detenuto del carcere di Villeneuve-Lès-Maguelon, in Francia.

Nato nel 1990 e di origini marocchine, risulta regolare sul territorio nazionale e domiciliato a Reggio nel 2021, ma resta un ’signor nessuno’ per tutto quello che riguarda la sua vita lavorativa - presumibilmente mandata avanti in nero. Per lui è scattata dieci giorni fa l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal gip Silvia Guareschi, ed è accusato di violenza sessuale aggravata e reiterata, oltre che di lesioni. "Sarà estradato a breve, anche perché la sua carcerazione in Francia sarebbe scaduta già questo giovedì (domani, ndr) – rassicura il Procuratore di Reggio, Calogero Gaetano Paci –. Anzi è proprio grazie alla nostra tempestività, con la collaborazione non solo di tutte le forze dell’ordine locali ma anche di quelle tedesche e francesi, se quest’individuo non torna a piede libero".

La prima aggressione fu il 23 marzo del 2021, poi ne seguirono altre tre, il 17, 21 e 27 aprile. Secondo quanto ricostruito dalle indagini della squadra mobile di Reggio, un pool di 13 persone dedicato a seguire il caso, il 33enne si trovava a Reggio solo da pochi mesi, per poi abbandonare la città immediatamente dopo l’ultima aggressione. Nel frattempo però, l’incubo in uno dei parchi più frequentati della città era iniziato. Gli agenti hanno scandagliato ogni centimetro di quel percorso, con l’aiuto di tutte le forze dell’ordine, ma soprattutto delle vittime stesse la cui collaborazione è stata fondamentale per creare un identikit dell’aggressione. I suoi movimenti sono stati ricostruiti con il tracciamento telefonico, e nel tempo sono stati creati interi album di soggetti con precedenti specifici. Mille volti per trovarne uno, uno solo. Chiaramente le ricerche si sono estese oltre frontiera, ed è lì che qualcosa ha iniziato a muoversi.

Un primo riscontro genetico, sempre in base ai campioni di Dna prelevati nel Reggiano, è arrivato dalla Germania. La stessa persona, nel 2017, era stata individuato come presunto autore di una violenza sessuale, ed era sospettato di un’altra aggressione ancora, sempre vicino a Stoccarda. Il cerchio ha iniziato a stringersi, fino al momento della verità. Nel lugllio 2022 un uomo, con un profilo corrispondente a quello del ricercato, era stato arrestato in Francia, di nuovo per reati legati all’ambito sessuale, e ora si trova detenuto nel Sud del Paese. L’analisi del profilo genetico di quello stesso detenuto si è rivelata del tutto coincidente con quella dei campioni prelevati dalle vittime reggiane. Assieme alla misura cautelare è stato emesso un mandato d’arresto europeo a carico del 33enne, che a breve dovrà raggiungere il territorio reggiano per l’interrogatorio di garanzia alla presenza del giudice Guareshi.