
Luglio 2019, il flash mob organizzato dai cittadini davanti al Comune di Bibbiano
Sul caso della messa prevista oggi pomeriggio "per il processo di Bibbiano", il nonno della bambina che rappresenta il caso-pilota dell’inchiesta Angeli e demoni, da noi raggiunto, si dice "indignato".
"Ora la giustizia la facciamo in canonica? Quella della messa è un’iniziativa fuori luogo – dichiara –. Che senso ha fare una messa dedicata a un processo per il quale si sta avvicinando la decisione? Si vorrebbe forse che il collegio dei giudici venga illuminato dall’Alto, ma lo sarà dall’attività processuale che ha svolto in questi anni, da cui sono emersi gli elementi che saranno alla base della decisione".
I familiari della minorenne si sono costituiti parte civile affidandosi all’avvocato Nicola Termanini. La bambina era nata da una ragazza di 14 anni e da un giovane affetto da un disturbo mentale, i nonni di lui li aiutarono accogliendo la nipote. La piccola fu allontanata dai nonni l’11 aprile 2018 e poi collocata in comunità e poi da affidatari. Di fronte alla segnalazione di un sospetto abuso sessuale sulla piccola da parte del nuovo compagno della madre, scattò l’indagine per violenza sessuale e poi lui fu archiviato: al vaglio vi è un disegno della bambina che sarebbe stato falsificato con l’aggiunta di mani apposta per rappresentare un palpeggiamento da parte dell’ex convivente. Fu ottenuta dal tribunale dei Minori una consulenza tecnica d’ufficio che pose le basi per il rientro della minore dai nonni, ancor prima che l’indagine Angeli e demoni diventasse di pubblico dominio nel giugno 2019 quando culminò nelle misure cautelari. Le difese degli imputati per questo caso - oltreché gli altri - hanno argomentato a lungo per dimostrare infondatezza delle accuse.
Secondo il parente della bambina, "siamo di nuovo di fronte a una strumentalizzazione del processo, come avvenuto da parte della politica anche sei anni fa. La parrocchia poteva evitare, mentre si è prestata a farsi strumentalizzare, così come hanno fatto a ruota alcuni politici. Potevano evitare tutti". Sul senso della celebrazione religiosa, l’uomo commenta: "Allora anche noi parti civili dovremmo fare dire una messa per i bambini che ancora soffrono, come mia nipote che anche ieri è andata dallo psicologo, chiedendo a Dio che il giudice condanni gli imputati?". E ribadisce la propria tesi: "Io e mia nipote abbiamo subito una violenza: non c’erano gli estremi perché gli imputati facessero ciò che hanno fatto".
La sentenza del processo Angeli e Demoni sarà pronunciata in luglio. Dopo la chiusura delle arringhe difensive dei 14 imputati, avvenuta ieri, il tribunale ha fissato due udienze: il 9 luglio il pubblico ministero Valentina Salvi potrà decidere di replicare alle difese; se lo farà, anche le altre parti potranno riprendere la parola; in via prudenziale fissato anche il 10 luglio.
Dopo il collegio dei giudici presieduto da Sarah Iusto, a latere Michela Caputo e Francesca Piergallini, si ritirerà in camera di consiglio per scrivere il dispositivo della sentenza sui 14 imputati, a tre anni dall’inizio del processo che prese avvio l’8 giugno 2022.
Alessandra Codeluppi