Nasce a Reggio il nuovo progetto politico di "Noi Moderati", il partito nazionale di Maurizio Lupi che nella città del tricolore non aveva ancora una vera e propria rappresentanza (nella foto il nuovo direttivo provinciale). E tra gli aderenti spunta anche Carmine De Lucia, docente di sostegno alla scuola primaria ’Calcutta’ a Massenzatico ed ex consigliere comunale dal 2004 al 2014, prima nella civica di Carlo Baldi e poi tra le fila dell’allora neonato Pd dopo aver aderito alla Margherita che si fuse coi Ds.
De Lucia, torna sulla scena politica dopo dieci anni.
"Sì, all’epoca dopo due mandati ci si faceva da parte. Poi adal 2014 al 2019 entrò in Consiglio mia moglie Teresa (Rivetti, ndr). Ma io ho fatto un’altra strada".
Dal Pd ad una formazione di centro che però oggi sposa la destra...
"Il progetto di Lupi di riformare il centro mi ha subito intrigato, noi siamo la sinistra di Forza Italia. E l’idea mi piace, vogliamo riuscire laddove Renzi e Calenda hanno fallito. Anche perché il Pd non è che stia facendo benissimo in città, basti guardare alle ultime mosse col cavalcavia demolito a Roncocesi... Il neo sindaco Massari non ha portato novità, anzi ha riconfermato gli stessi uomini. Da anni il partito non è più vicino alla gente, non parla più alla classe media e agli operai".
Ci sono appena state le elezioni amministrative e manca un’era geologica al 2029. Ma non è che lei punta a tornare in Consiglio...?
"Non sono candidato a nulla ed è prematuro parlarne, però se facciamo un buon risultato alle Regionali e dovessimo crescere, non si può escludere nulla".
Lei è stato condannato in primo grado a due anni – pena sospesa – per il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità, in una vicenda di corruzione nel casertano, riguardante l’assegnazione di loculi cimiteriali.
"Guardi, è una vicenda che mi ha segnato molto. Sto cercando di ripendere in mano la mia vita. La politica è una passione, ma anche un modo per esorcizzare questa condanna e voglio reagire a quella che ritengo un’aberrante ingiustizia. Ho fatto ricorso in Appello, dunque non è una sentenza definitiva. Spero di cancellare questa condanna e di uscirne completamente".
Daniele Petrone