"Il paese dei campanelli" si rinnova e torna all’Ariosto

Corrado Abbati presenta, domani e domenica, una versione moderna dell’operetta "Lo spettacolo compie 100 anni, ma resta d’attualità: ho tolto le incrostazioni".

"Il paese dei campanelli"  si rinnova e torna all’Ariosto

"Il paese dei campanelli" si rinnova e torna all’Ariosto

di Stella Bonfrisco

"Il Paese dei Campanelli" di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato , sicuramente l’operetta italiana più famosa, compie cento anni e la Compagnia Corrado Abbati la rimette in scena e la porta al Teatro Ariosto, domani alle 20,30 e in replica domenica 12 alle 15,30. Lo spettacolo è fuori abbonamento nella Stagione di Musical dei Teatri.

La regia è come sempre affidata a Corrado Abbati, anche protagonista nei panni di La Gaffe, mentre la direzione musicale è del maestro Marco Fiorini. La produzione è di Inscena.

La storia porta su un’immaginaria isola olandese, dove sopra a ogni casa c’è un piccolo campanile con un campanello. Secondo la leggenda, questi campanelli suonano ogni volta che si verifica un tradimento e a seminare il disordine nel tranquillo Paese dei Campanelli arriva una nave di marinai. L’allestimento del centenario del "Paese dei Campanelli", firmato da Corrado Abbati, ha debuttato al Teatro Regio di Parma lo scorso capodanno.

Corrado Abbati, lei ha rappresentato innumerevoli volte "Il Paese dei Campanelli". Come propone l’operetta questa volta, per celebrarne i cent’anni? "Devo dire che quest’operetta per i suoi slanci lirici e la divertente commedia che rappresenta è sempre di grande attualità. In questo allestimento ho però voluto togliere la ‘polvere’ che si era accumulata durante i cent’anni di vita. Il genere dell’operetta, più di altri, si è sempre prestato – proprio per sua natura – a essere rimaneggiato un po’. Il teatro leggero è soggetto ad adattamenti. Così ho tolto qualche ‘incrostazione’ e fatto qualche operazione sul testo per avvicinarlo alla nostra attualità. Per quanto riguarda la musica ho aggiunto un momento tratto da "I merletti di Burano", sempre di Lombardo e Ranzato, perché è un’operazione che talvolta si fa e funziona. Abbiamo lavorato anche sui tempi dell’azione, per garantire un ritmo vivace".

Qual è lo stato di salute dell’operetta, rispetto al musical che sta sempre più appassionando il pubblico?

"L’operetta ha una sua tradizione radicata. Come l’opera lirica. È normale che arrivino nuove proposte, ma l’operetta continua a vivere e credo goda ancora di un buon successo di pubblico".

Scene e costumi? Protagonisti assoluti nell’operetta...

"Allestimento scenico e costumi sono stati curati dal Teatro Verdi di Trieste, tempio dell’operetta, con il quale collaboriamo da diverso tempo. Entrambi sono stati realizzati pensando alle porcellane olandesi di Delft, famose per i colori azzurro e bianco con cui vengono dipinte". Dopo diversi anni, a far parte della Compagnia è tornata una presenza reggiana.

"Sì. Anna Capiluppi, una giovane soprano reggiana, che ha studiato al Conservatorio Peri-Merulo. La potremo apprezzare nelle vesti di Nela".

Info: www.iteatri.re.it