DANIELE PETRONE
Cronaca

Il parere dell’esperta: "Bosco Ospizio va salvato. È ricco di biodiversità"

La ricerca di Tiziana Lorenzini (dipendente del settore fitosanitario in Regione): "Le zone umide sono protette dalla Costituzione e dall’Unione Europea"

Negli stagni dell’area verde ci sono numerose specie protette vegetali e animali

Negli stagni dell’area verde ci sono numerose specie protette vegetali e animali

Reggio Emilia, 22 aprile 2025 – "Il Bosco Ospizio presenta una zona umida ricchissima di biodiversità che per legge va tutelata". A dirlo senza mezzi termini è Tiziana Lorenzini, dipendente del settore fitosanitario e difesa delle produzioni della Regione Emilia-Romagna, che ha svolto una ricerca personale sull’argomento. E per fugare ogni dubbio sul fatto che quello di Ospizio sia da considerare un vero e proprio bosco, Lorenzini espone evidenze scientifiche: "All’interno delle aree naturalistiche, gli habitat costituiti dagli stagni e dalle zone umide minori sono assai ricchi di biodiversità – scrive – e offrono un’ampia serie di rilevanti servizi ecosistemici, davvero utili in un periodo come quello attuale, gravato dal processo globale del cambiamento climatico. Anche la zona umida del Bosco Ospizio, pertanto, pur avendo un’origine artificiale rappresentata dalle antiche fondamenta di un ricovero di mendicità costruito sulla Via Emilia nei pressi dell’ex San Lazzaro (l’ospizio venne edificato nel XVII secolo dai frati dell’Ordine dei Minimi), nel corso del tempo si è trasformata in un rifugio per un gran numero di specie vegetali e animali, alcune diffuse e altre poco comuni, che devono essere protette".

L’elenco è lungo. "Ecco solo alcune delle piante palustri della zona stagnante del Bosco dell’Ospizio che svolgono il ruolo di mezzi ossigenanti, sono veri e propri indicatori biologici, essenziali per il processo naturale di fitodepurazione delle acque e per mantenere l’equilibrio dello stagno; contribuiscono molto anche a ridurre il surriscaldamento delle acque, d’estate e nelle stagioni più calde, dato che ne ricoprono una buona parte di superficie: la lisca a foglie strette, la mestolaccia d’acqua, la porracchia dei fossi, il millefoglio d’acqua comune, la cannuccia di palude, il ceratofillo sommerso, la peste d’acqua comune e la brasca delle lagune".

E poi gli animali: "Troviamo la classica lucertola muraiola. Anche i colori sgargianti di vari tipi di libellule provvedono a decorare in modo meraviglioso il Bosco Ospizio, in particolare la codazzurra comune, la damigella azzurra, la frecciazzurra puntanera, la cardinale venerosse e la invernina comune, tutte specie assai utili perché si nutrono soprattutto di mosche e zanzare, creando un ecosistema molto equilibrato: è di primaria importanza tutelarli. Migliorando la biodiversità di una zona stagnante presente all’interno di un’area urbana consentirà infatti un ottimo rifugio per specie altrimenti maggiormente esposte ai predatori".

Da qui la dottoressa Lorenzini fa alcune considerazioni anche di carattere giuridico. "L’articolo 9 della Costituzione, in linea con la normativa europea dispone che il nostro Stato “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali“. Si tratta di un bene costituzionalmente protetto: perciò l’iniziativa economica privata non può assolutamente svolgersi in contrasto col valore da esso rappresentato". Infine richiama al ’Green Deal’: "l’Unione Europea ha proclamato il decennio 2021– 2030 come periodo volto a garantire “la conservazione, il ripristino e l’utilizzo sostenibile degli ecosistemi di acqua dolce e terrestri, in modo particolare foreste, zone umide, montagne e zone aride". Solo la protezione e la valorizzazione di tutta l’area naturale del Bosco dell’Ospizio, garantirà il rispetto della normativa europea e dei principi costituzionali".