
"Il piano sanitario penalizza la montagna, venerdì un presidio"
"Annunciamo un presidio di protesta per venerdì 13 ottobre dalle 11 alle 13 davanti all’Ospedale Sant’Anna per sensibilizzare la politica locale e regionale sugli effetti negativi del piano di riordino emergenzaurgenza sul territorio appenninico reggiano".
La Uil Confederale di Reggio e le categorie Uil Fpl e Uil Pensionati esprimono con decisione il loro disappunto sul nuovo piano di riordino emergenzaurgenza territoriale diventato realtà dopo l’approvazione nel giugno scorso da parte di molti sindaci provinciali: "un piano da noi non condiviso – scrive il sindacato in una nota – e che riteniamo destinato a creare fortemente una penalizzazione soprattutto per il territorio dell’Unione Montana con i comuni Carpineti, Casina, Castelnovo Monti, Toano, Ventasso, Vetto e Villa Minozzo, accentuato dalla morfologia territoriale e dall’incidenza di un alto numero di cittadini multi patologici legati soprattutto all’età anagrafica".
Il piano di riordino, ricorda la Uil, "ha obiettivi “politicodirigenziali” di migliorare l’efficienza e qualità del servizio, l’appropriatezza dei servizi di emergenzaurgenza, di ridurre gli accessi ai pronto soccorso, migliorare la medicina di prossimità alla cittadinanza fragile, aumentando la qualificazione medica, ma tutto questo a fronte di una riduzione di unità ambulatoriali da 21 a 10 sedi, passando da 1 mezzo di soccorso avanzato ogni 46.000 abitanti a uno ogni 48.000".
"Sin dal giugno 2022 – rileva la Uila – abbiamo lanciato l’allarme rispetto alla tenuta del nostro sistema sanitario pubblico ed universalistico. Il progetto di riordino è figlio del sottofinanziamento cronico del Servizio sanitario nazionale, ma anche da una mancata, sottostimata, errata previsione e programmazione universitaria, con particolare riferimento ai posti di specializzazione in medicina d’urgenza che non riescono a soddisfare il fabbisogno di specialisti.
Ricordiamo che il riordino del Servizio sanitario regionale ha determinato, per il territorio montano, penalizzandolo, anche la chiusura del punto nascita di Castelnovo dettata unicamente da logiche gestionali ed economiche, e che a tutt’oggi non ha una data certa di riapertura".
Se la Regione vuole dividere i flussi dell’emergenza da quelli dell’urgenza differibile così da gestire i primi nei pronto soccorso più strutturati e i secondi attraverso strutture dedicate, diffuse sul territorio, denominate “Cau” con il diretto coinvolgimento dei medici di continuità assistenziale, per il sindacato "non è chiaro quale sia la novità che dovrebbe segnare un netto cambiamento con il passato. Ci auguriamo che non sia solo un cambio di etichetta".
"Come Uil non siamo mai stati, né saremo, difensori ideologici dello status quo. Senza la necessaria garanzia dell’impegno dei medici della continuità assistenziale e come Uil diciamo pure di base presso i “Cau”, e senza un utilizzo più strutturato e organico dei medici di medicina generale e della continuità assistenziale in queste nuove strutture, si rischia un ulteriore spreco di risorse e il collasso dell’attuale sistema dell’emergenzaurgenza ormai inadeguato ed allo stremo".