Il popolo del Liga si scatena "I sacrifici? Ne vale la pena"

Viaggio tra le migliaia di ragazzi davanti ai cancelli tra musica, birra e notti insonni "Abbiamo aspettato due anni per questo concerto, ma non avremmo mai rinunciato"

Migration

"Balliamo sul mondo, va bene qualsiasi musica, cadremo ballando": parole note che sanno di casa, tra i vari ritornelli sparati dagli altoparlanti che hanno accolto ieri mattina la folla in via dell’Aeronautica 17. In tanti lo aspettavano e finalmente il giornod ei giorni è arrivato con la frase ‘Noi ci siamo’ sulla bocca di tutti; a distanza di due anni dalla vendita dei biglietti, Ligabue è tornato a cantare sull’affezionato palco del Campovolo per i suoi trent’anni di carriera. Il concerto, iniziato alle 21, ha inoltre inaugurato ufficialmente al mondo la RCF Arena, motivo dunque di novità anche per i fan più esperti.

Grande la trepidazione e l’emozione di chi ha atteso per ore di poter entrare: il live ha infatti visto confluire nella nostra città oltre 100 mila persone da tutta Italia.

"Vengo con il mio ragazzo da Melfi, in Basilicata – ha raccontato Chiara, una ragazza davanti agli store, un enorme sorriso e la fascia del concerto legata sulla fronte - La trasferta è stata bellissima: sono partita giovedì fermandomi prima a Roma e arrivando a Reggio venerdì sera. Di concerti di Liga ne ho fatti diversi, ho 25 anni ma lo seguo con il cuore fin da quando ne ho 15". Stesi a terra sui teli, invece, Lara e Gianni: "Siamo di Milano, abbastanza vicino dirai ma siamo partiti ‘solo’ alle cinque di mattina – ha raccontato ridendo la coppia -. Siamo emozionatissimi, è il primo concerto di Ligabue che facciamo al Campovolo. Non vediamo l’ora dopo due anni che aspettiamo, è dal 15 novembre 2019 che siamo impazienti e non avremmo dato via i biglietti per nulla al mondo. Il Liga non si vende".

Alle 10, firmati Ligabue da capo a piedi, gli iscritti al Fan Club Bar Mario hanno varcato l’ingresso dell’Arena; solo quaranta minuti più tardi sono stati aperti i cancelli per tutti quelli con i biglietti per i vari settori, un vero e proprio assalto alle transenne.

"Siamo di Roma, la nostra trasferta è partita venerdì mattina alle 4 in auto ma il sacrificio si fa, sempre con il sorriso! - ha detto Damiano, in fila ai cancelli con la fidanzata - Tenda in macchina ovviamente, perché poi ci accamperemo qui... Dove? E’ una bella domanda ma troveremo un posto. Non è il nostro primo concerto con Liga ma è la prima esperienza al Campovolo. Dopo due anni finalmente si può fare".

Il continuo rimandare del live a causa della pandemia non ha dunque disincentivato in alcun modo i veri fan, ieri più felici che mai con addosso le magliette dei vecchi tour di Ligabue. Con due birre in mano, anche Giorgio e Gianluca, venuti da Aosta, hanno portato tutto l’occorrente per potersi accampare: "Abbiamo qui con noi il sacco a pelo, mentre la tenda l’abbiamo lasciata in macchina e vediamo come va sta sera, sperando che non piova. Dove ci accamperemo non si sa, un po’ come viene. Seppur i biglietti li avessimo acquistati prima del Covid, siamo carichissimi".

Per chi veniva da lontano, soddisfacente anche l’organizzazione dei parcheggi sparsi attorno alla zona: "Abbiamo trovato posto in P1 e poi pernottato in hotel. Pensavamo che l’Arena fosse più distante invece tutto tranquillo, solo dieci minuti a piedi dall’auto!" hanno spiegato Andrea e Roberta, torinesi. "La trasferta è stata faticosa perché ci siamo alzati presto per venire qua in auto – hanno aggiunto Silvia, Alessandro e Sara, tre amici di Lecco - Ma la città è piena di indicazioni quindi è stato facile arrivare. Siamo tutti al secondo concerto al Campovolo!". Insomma, un grande evento che lascerà a tutti, giovani fan e veterani, un ricordo indelebile per sempre.

Maya Menozzi