Il precedente di 150 anni fa: la storia del San Lazzaro

Nel padiglione dedicato a Lombroso c’ il Museo sulla storia della Psichiatria

Migration

La direzione dell’ospedale psichiatrico San Lazzaro sottoscrive una convenzione con l’università di Modena, diventando sede della clinica psichiatrica universitaria. Un fatto avvenuto quasi 150 anni fa sembra riportarci in un attimo ai tempi odierni, a dimostrazione di una visione avanguardista reggiana senza tempo.

Era il 1874 quando Carlo Livi, succeduto alla direzione dell’istituto dopo la morte prematura di Ignazio Zani, continuò l’opera di miglioramento e ampliamento portata avanti dai suoi predecessori, con un’attenzione particolare alla didattica. Non a caso la biblioteca scientifica del San Lazzaro, che venne da lui ampliata, porta il suo nome. L’800 in generale fu un secolo di grande approfondimento scientifico per la struttura, la cui direzione passò ad Augusto Tamburini nel 1877 fino ai primi anni del ‘900. L’ospedale iniziò in questo periodo a essere riconosciuto come un’eccellenza nel panorama nazionale, ma anche internazionale. Queste informazioni, estratte dal sito dei Musei Civici, fanno parte della sezione dedicata al Museo di storia della Psichiatria, che ha sede nel padiglione intitolato allo psichiatra e criminologo Cesare Lombroso. Non lontano da dove, oggi, ha sede centrale il Dipartimento di salute mentale e dipendenze patologiche dell’Ausl. Proprio qui è esposta una collezione di oggetti usati a scopo di contenzione e terapia che venne ai tempi conservata per volere di Livi, così come alcuni strumenti di laboratori scientifici e psicologici, che furono potenziati per scelta dello stesso direttore. Il progetto che si profila all’orizzonte, la creazione di un dipartimento integrato tra sanità pubblica e università, affonda le sue radici in un terreno che ha fatto della ricerca e del potenziamento scientifico la sua matrice. Una visione che Reggio conserva tuttora non solo nei musei, ma anche nello spirito e nell’ambizione.

g.ben.