Il prof. Fontanesi festeggia i 92 anni con una personale

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"Sono innamorato dei personaggi, dei loro volti, delle loro espressioni. Non mi servono quasi più i modelli. Mi siedo su una panchina o al bar e osservo. Quando una figura mi colpisce, apro la mia cartellina e ne abbozzo la sagoma". Francesco Fontanesi, artista di rara simpatia, spiega così il suo rinnovato amore per la figura. Cartellina sotto braccio raggiunge poi il suo studio dove la bozza prende vita sul

cavalletto grazie al colore esplosivamente libero, di cui Fontanesi è maestro. Il

“prof”, che generazioni di reggiani hanno conosciuto come insegnante di materie scientifiche all’Istituto Scaruffi, festeggerà sabato i 92 anni nel modo più gradito, aprendo alle 18 una nuova personale negli ambienti della Benedict School al 19 di via Emilia San Pietro, allestita sino a fine anno. Si intitola “Opere recenti”, appunto figure ma anche paesaggi tratteggiati secondo l’espressionismo astratto molto personale che caratterizza i nuovi lavori di Fontanesi, passato dall’iniziale matrice espressionista tradizionale all’astratto con qualche concessione a forme di cubismo, quindi all’attuale impegno nella figura. Nel frattempo l’artista si era distinto anche per pregevoli sculture in ceramica, a tema prevalentemente religioso, conservate in tante chiese reggiane, da Sant’Alberto a S. Giacomo, Santa Croce, San Luigi, oltre che all’Università cittadina, al liceo Ariosto, alla Bocconi di Milano. La rinnovata fase figurativa registrò una importante consacrazione nel 2018 alla Corte Ospitale di

Rubiera in una esposizione dall’eloquente titolo “Imago hominis”. Alcune di quelle opere, con altre più recenti ed altre ancora a tema religioso, furono poi proposte un anno fa nel palazzo vescovile nell’ambito della presentazione di un volume di Sandro Spreafico.

Bruno Cancellieri