
Il rischio che una manifestazione motoristica che si svolge esclusivamente all’aria aperta, non confinata in un circuito apposito, potesse risultare non ‘ermeticamente’ a porte chiuse era effettivamente presente. Certo, le disposizioni scaturite dal Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, in cui è stato stabilito che il 42esimo Rally dell’Appennino Reggiano si corresse senza la presenza di pubblico erano chiare e sostanzialmente ‘vincolanti’.
Per gli organizzatori, che come ha sottolineato all’indomani di questo provvedimento il presidente della Maremma Corse 2.0 – che ha appunto organizzato il Rally – "faremo tutto ciò è in nostro potere per ottemperare a quanto imposto dal Comitato", e sicuramente per i commissari che quel divieto avevano l’obbligo di farlo rispettare ‘sul campo’.
Non tutto, però, è andato liscio nel dispositivo che avrebbe dovuto confinare gli appassionati lontano dal teatro di gara.
Infatti, nella prova speciale di Villaberza – forse ‘la’ prova speciale per eccellenza di questo Rally dell’Appennino – un buon numero di spettatori ha assiepato i terrapieni nelle vicinanze dei tornanti dove sfrecciavano le 73 auto iscritte alla gara.
Una situazione palesemente vietata dal dispositivo, tanto che è stato necessario l’intervento dei carabinieri per allontanare quella piccola folla di spettatori, ripristinando il rispetto delle norme di sicurezza della corsa.