
L’assessore Davide Prandi
La stangata sulla Tari, che per i cittadini reggiani significherà vedersi aumentato il balzello, mediamente, tra i 13 e i 40 euro e per gli esercizi commerciali, a seconda della tipologia e della grandezza, fino a circa 150 euro, ha ovviamente suscitato dibattito e polemiche in città. Nonostante l’Amministrazione comunale abbia fatto sapere che, senza i correttivi da essa stessa apportati, l’incremento sarebbe stato ben maggiore. Davide Prandi, assessore con delega alla gestione dei rifiuti, prova a fare chiarezza.
Prandi, questo aumento non si poteva evitare? "No, era inevitabile. La norma prevede che si guardi all’inflazione del biennio 2022-2023, salita al 13%".
Che aria tira per i prossimi anni? "Beh…, nel 2024 si è attestata al 2% e la tendenza di quest’anno è che rimanga sotto a questa quota. Di sicuro ci sarà un aumento inferiore nel prossimo biennio, insomma".
C’è speranza che prima o poi questo tributo diminuisca invece di aumentare costantemente? "Gestire i rifiuti sarà sempre un costo, ma il percorso che a Reggio portiamo avanti, di economia circolare, che vede il rifiuto urbano come una risorsa, in particolare attraverso il riutilizzo del riciclato, nel contenere i costi ci ha aiutato. Lavorare su questo tema è sempre stata una nostra mission. Così come il cercare di ridurre il più possibile l’impatto sui cittadini".
Che però si aspettavano già accadesse: non doveva servire a questo il porta a porta e, più in generale la raccolta differenziata? "Ma di questo i reggiani devono essere orgogliosi, essere un comune supervirtuoso sul tema ci ha permesso di rimandare fino all’ultimo gli aumenti e di utilizzare circa 530mila euro di bonus per ridurli. Senza di questo sarebbero stati ancora maggiori".
Quindi per la nuova gara di appalto è questo che chiederete a chi vuole partecipare? Di far spendere meno al Comune e alle persone? "Assolutamente sì, e nell’iter di preparazione a questo importante passaggio siamo molto avanti. Stiamo lavorando infatti a una rimodulazione del servizio di raccolta dei rifiuti nel suo complesso e impegnati nel rafforzare il contrasto all’abbandono improprio degli stessi e all’evasione della Tari stessa. Nei primi tre mesi del 2025 sono stati già recuperati oltre 250mila euro: da chi non ha pagato, o da chi dovrebbe ma non si è mai registrato. Li incamera il gestore che poi li usa per ridurre l’impatto fiscale, e questo, col regime a tariffa puntuale, evita che il Comune abbia buchi di bilancio. Inoltre chiederemo a chiunque sarà il nuovo gestore (l’attuale è Iren Ambiente che continuerà ad operare sino a nuova assegnazione, ndr) di investire in maniera massiccia sulla tecnologia. Ci sono margini di risparmio utilizzando veicoli a guida autonoma, bidoni intelligente e facendo svolgere alcune attività ai robot".
Per far fronte invece agli aumenti attuali, è trapelato che l’Amministrazione abbia già messo in opera opportune misure. "Confermo, a parte il premio ricevuto per l’ottima percentuale di riciclo, sono stati confermati tutti gli sgravi fiscali, che permetteranno ai reggiani di risparmiare, complessivamente, circa un milione di euro, e tutte le agevolazioni sociali già previste in base all’Isee. Diversi cittadini potranno vedersi azzerata la parte variabile del tributo. Tutto questo ha permesso di contenere l’aumento nell’ordine dell’8% e non del 13% derivato dall’inflazione".
Con Iren Ambiente ci sono, o ci possono essere margini di negoziato? "Sul totale del piano economico finanziario del Comune, in tema di rifiuti si può agire su costi minori come quelli per la derattizzazione, la lotta all’arbovirosi e lo sfalcio del verde in prossimità delle strade. Si risparmiano però solo circa 200-300 mila euro. Certo, meglio di niente".