Impianti in crisi, l’appello di Razzoli "Le stazioni da sole non ce la fanno"

Il campione olimpico si rivolge ai ’piani superiori’: "I costi sono inaffrontabili, ma la chiusura provocherà un danno enorme"

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"Chiudere il Cerreto non è possibile, serve un aiuto dall’alto. Le piccole stazioni dell’Appennino non ce la fanno da sole a sopportare i nuovi costi dell’energia. Solo se viene tanta neve il Cerreto può risparmiare qualcosa, ma non basta". Sono le prime considerazioni del campione olimpico dell’Appennino, Giuliano Razzoli, raggiunto telefonicamente mentre in auto si stava recando in Svizzera per gli allenamenti in vista dei nuovi impegni: "Gli anni passano, ma mi sento in forma, voglio arrivare preparato".

Una volta si allenava anche alla stazione di Cerreto Laghi, oggi messa in crisi dal caro energia.

"È vero l’ultimo allenamento lì l’ho fatto due anni fa. Capisco e condivido le preoccupazioni del direttore Giannarelli, non si può gestire la stazione dell’Appennino reggiano con gli attuali costi energetici. Chiuderla o farla girare solo nei weekend sarebbe un grave errore, perderebbe la sua notorietà quale punto di riferimento degli sci club dei versanti appenninici".

Un inverno senza sci, come vede Cerreto Laghi?

"Sarebbe un disastro perché se si fermano gli impianti, si ferma l’economia del paese. Questo non succede solo al Cerreto, accade ovunque dove ci sono impianti di risalita che fanno da traino a tutto il resto. Abbiamo l’esempio di Febbio, dove io ho cominciato a sciare. Lì è successo di tutto e ancora adesso gli impianti sono fermi".

Perché è importante una stazione sciistica sull’Appennino?

"Per due ragioni fondamentali: la prima è che consente di svolgere attività turistica e sportiva anche durante la stagione invernale che diversamente sarebbe stagione morta; la seconda è che rappresenta un punto di richiamo per i giovani che amano praticare gli sport della neve. Si comincia da lì per divertimento, ma poi si può anche crescere verso la professione".

Dopo la pandemia, la guerra e adesso il caro energia: come fa la montagna a resistere?

"In questo periodo di grosse difficoltà tutta la montagna va sostenuta, se vogliamo salvarla. Il Cerreto da solo non ne esce, ha bisogno di aiuti concreti per continuare a far girare gli impianti e con essi tutta l’economia locale. Questo è un momento di grande confusione, non si capisce bene come andranno a finire le cose con una guerra di mezzo. Di certo oggi, in vista dell’imminente stagione sciistica, non c’è tempo da perdere e per garantire l’apertura degli impianti alla prima neve, Cerreto Laghi, come tutte le stazioni, ha bisogno di aiuti concreti da parte degli enti superiori. Si sa che l’Appennino presenta una certa fragilità, ma è qui che servono aiuti per salvare la montagna".

Settimo Baisi